E’ stato tagliato l’albero di cedro che adornava il Monumento ai Caduti di Cerqueto. Era stato posizionato lì in occasione della festa dell’albero, organizzata il 13 ottobre del 1964. Vincenzo, Pasquale, Rita, Elio ed altri, allora bambini, ricordano ancora quel momento, poiché furono proprio loro ad interrarlo. Anno dopo anno l’albero, avendo probabilmente trovato il terreno ideale e un luogo abbastanza protetto dalle intemperie, era cresciuto moltissimo, fino ad arrivare ad oltre una decina di metri di altezza.
Si distingueva nettamente, salendo verso il paese, la sua chioma verde svettare sopra i tetti delle case. Nel periodo delle feste di fine anno diventava poi di diritto l’albero di Natale, mentre in estate donava piacevole ombra a coloro che sostavano fuori dal circolo. Inoltre, i suoi rami rigogliosi celavano alla vista i vecchi e malridotti muri delle case disabitate posizionate di fronte e, alla luce di quello che si “ammira” adesso, questo era un ulteriore pregio.
La pianta del cedro però, accanto alle citate qualità decisamente positive, procurava, almeno a detta di molti, anche qualche problema. I suoi aghi, cadendo, intasavano spesso la grondaia della chiesa ed i rami innevati costituivano un pericolo per cedimenti improvvisi.
Nel caso di vento fortissimo in grado di sradicarla, sarebbe potuta cadere sopra il tetto della chiesa danneggiandolo. Qualcuno, cosa questa che personalmente non condividevo, la riteneva non adatta al luogo, in quanto troppo grande e preminente rispetto al resto. La sua posizione, infine, ergendosi dal terreno a partire da un piano superiore alla strada, impediva, o comunque ostacolava, eventuali modifiche che si fossero volute effettuare sul largo del monumento.
Alla fine sono prevalse queste ultime ragioni, che hanno portato all’abbattimento del cedro. Speriamo, nel grande dispiacere per la fine di un albero simbolo in perfetta salute, di riuscire almeno a fare in modo che il suo sacrificio non vada sprecato e dimenticato, migliorando, con adeguati interventi, il lato del monumento nel quale esso si trovava.
Angelo Mastrodascio