Al prof Vito Giovannelli è stato assegnato, il 14 settembre 2013, il Premio Nazionale di Cultura Zampognara Pasquale Pizzoli. Il riconoscimento è stato abbastanza mirato. A Giovannelli, infatti, si deve la prima pubblicazione sulla zampogna abruzzese, monografia pubblicata dalla Regione, nel 1971, opera redatta in collaborazione con la moglie Adua De Virgiliis. La notorietà di Vito Giovannelli nel campo degli studi sulla zampogna dell’Italia meridionale è ampiamente testimoniata da monografie e immagini. Oltre a diversi studi rivolti al recupero delle tipologie abruzzesi più antiche, ricordo che, una sua xilografia di suonatori di zampogna zoppa è stata inserita dal cattedratico Giuseppe Profeta, di Teramo, nell’antiporta della poderosa bibliografia della cultura tradizionale del popolo abruzzese (L’Aquila, Deputazione Abruzzese di Storia Patria, Colacicchi, 2004 ). Dopo il riconoscimento al ricercatore, il premio Pizzoli è stato assegnato anche ad alcuni organizzatori di festival zampognari e a provetti suonatori e costruttori . Durante la serata, tra conferenze, premiazioni e concerti, hanno destato interesse i brani suonati da Gabriele Fotia, di Cerqueto, che si è esibito con saltarelle tipiche del teramano e più precisamente della vallata del Ruzzo e del Mavone, dove era diffusa la zampogna cerquetana e quelli del duo Giancaterino di Penne (zampogna e ciaramella ), che ha eseguito l’inno alla gioia, di Beethoven con zampogne di marca avezzanese. La ricostruzione dei modelli di zampogne abruzzesi, suonate da Gabriele Fotia e dal duo Giancaterino si deve al prof. Francesco Sabatini, di Luco dei Marsi. La bravura e la dedizione di Francesco Sabatini verso la ricostruzione di uno strumento pastorale quasi estinto è stata premiata con un opera d’arte: una scultura del noto artista teatino Sergio Mezzanotte, già preside dell’istituto d’arte di Chieti. Sabatini ha ricostruito anche il modello in canna palustre della zampogna di di Pennapiedimonte, prototipo scoperto recentemente da Vito Giovannelli, e pubblicato dal C.A.T.A. dell’Università di Chieti, struttura culturale diretta dal prof. Francesco Stoppa. Questa ulteriore scoperta indica che ogni provincia degli Abruzzi ha avuto una sua particolare tipologia di zampogna: l’avezzanese nell’aquilano, la cerquetana nel teramano, il prototipo arcaico di Pennapiedimonte nel territorio chietino. All’Abruzzo Citeriore, quindi, si deve la zampogna più antica d’Abruzzo. Va sottolineato che il modello di Pennapiedimonte, è dotato di valenze organologiche più arcaiche del modello molisano di Fossalto. La zampogna di canna di Pennapiedimonte, per secoli presente sulla catena dei monti Frentani, veniva costruita dai tagliaboschi e dai carbonai della zona, più raramente dai pastori. La manifestazione del Premio Pizzoli, organizzata dalla Società Italiana della Zampogna, si è svolta, nell’auditorium Petruzzi, presso il Museo delle Genti d’Abruzzo, di Pescara.
Eugenio Sirolli
Direttore del mensile ” All’ombra del Pallano”