I soprannomi, un’eredità da non rifiutare

Rioferroni - Cerqueto anni 60 - Ph. Profeta Di ProfetaUna delle curiosità più stimolanti e degne di essere approfondite, suscitate dal dialetto cerquetano è sicuramente quella dei soprannomi. Sarebbe un errore trascurare questo aspetto che esprime l’anima più vera e   più schietta della nostra tradizione culturale perché riguarda la quotidianità, il vivere insieme  dei nostri antenati e anche la loro creatività linguistica; in essi infatti si esprime  lo spirito popolare come una ricca fonte di invenzioni. I soprannomi, tramandati attraverso le generazioni, fanno parte del patrimonio culturale della comunità cerquetana  e testimoniano ancora oggi persone, ambienti, situazioni e usanze d’un tempo del nostro paese.
I significati, infatti,  sono strettamente intrecciati nel tessuto relazionale delle nostra comunità e sono comprensibili e spiegabili solo se messi  in relazione a fatti e situazioni all’interno del nostro tessuto sociale, con il suo vissuto,  le sue metafore, i vari richiami. Le forme dialettali poi insieme alla fantasia non fanno che accrescere l’espressività, la spontaneità  dei nomignoli. Sotto diverse forme, scherzi, riconoscimenti, caratterizzazioni, a volte anche poco piacevoli e poco accettate e per questo  usati alle spalle delle persone di riferimento,    si sono concretizzate idee varie,  sentimenti diversi, emozioni contrastanti.

Buona parte dei soprannomi, raccolti da Gianna Lisi, sono stati usati negli ultimi due secoli a Cerqueto e sono ancora noti alla maggior parte dei cerquetani (ovviamente i più attempati!). Alcuni di questi soprannomi hanno origine antica  ed hanno resistito per molto tempo, dato il loro reiterato uso per distinguere le persone, altri sono stati coniati più di recente. Dei soprannomi più arcaici la maggior parte indica una stirpe, una famiglia. Tra gli autori di soprannomi cerquetani più noti, sicuramente un posto di primo piano spetta alla signora Festoinë, Lucia Muzi, che amava dare i nomignoli ai suoi familiari, sorelle , figli e parenti e a Nannino Di Matteo, non a caso suo nipote,  da tutti menzionato quando si parla di soprannomi a Cerqueto. Intorno agli anni 40, subito prima della seconda guerra mondiale, Nannino era un giovanotto dalla fantasia creativa e si divertiva ad inventare nomignoli fortemente caratterizzanti le persone, spesso riferiti alle ragazze. I soprannomi da lui inventati hanno fatto storia e sono stati usati per diversi decenni. A parte questa parentesi creativa di Nannino,  in genere i soprannomi più recenti sembrano resistere meno all’usura del tempo, si può dire che, tranne per alcuni casi, la popolazione più giovane si è identificata ed è stata identificata solo attraverso il nome e il cognome.  Anche la comunità cerquetana si era aperta, non era più chiusa dentro i confini del suo territorio  e al suo interno aveva una mobilità  e diversità maggiori per cui il soprannome non era più indispensabile .  Ma ancora nell’800 il soprannome aveva una funzione sociale;  attraverso il soprannome un individuo era noto nella comunità e con esso veniva distinto da omonimi, che non erano pochi perché la scelta dei nomi e poi anche dei cognomi non era molto vasta.  Sicuramente prima, anche se molto prima,  mi riferisco al 1400, quello del soprannome era l’unico sistema di identificazione, l’anagrafe orale era l’unica anagrafe esistente soprattutto per le masse sociali meno abbienti. Sarebbe stato molto interessante consultare l’elenco degli abitanti di Cerqueto secondo il catasto redatto da Ladislao d’Angiò Durazzo, re di Napoli, intorno al 1414, purtroppo andato quasi completamente perduto con l’incendio dell’Archivio Statale di Napoli durante la seconda guerra mondiale.  In questa interessante documentazione, di cui restano solo pochissimi frammenti non riguardanti Cerqueto, le persone vengono identificate con delle descrizioni fisiche molto particolari  e si sottolineano caratteristiche della persona o del gruppo familiare, sicuramente molto indicativi.

Sappiamo che  i soprannomi vanno spesso oltre la realtà,  ci riportano alla famiglia di appartenenza, sono patronimici o derivano da particolarità comportamentali, caratteristiche fisiche, caratteriali, psicologiche, fissano con intendimenti di natura varia e vario significato mestieri, pregi, difetti, debolezze, provenienza  da un’altra comunità, appartengono a circostanze e ad episodi significativi della vita,  atteggiamenti e tratti caratteristici con nomi trasparenti scaturiti da metafore affettive o caricaturali, da allusioni a personaggi famosi o da storpiature significative di nomi propri e comuni;  tutto condensato in una sola parola. Nella quotidianità di ogni comunità, e soprattutto se piccola, accadono fatti ed episodi che spesso sono stati identificati con gli individui e che a noi possono apparire di scarsa rilevanza, ma che spesso hanno dato origine a quei soprannomi che non solo indicano qualità fisiche o morali, ma atteggiamenti, modi di gesticolare, capacità di operare in un certo momento o in una determinata situazione, contribuendo in tal modo alla cultura popolare.

E poi importante osservare come i soprannomi potessero cambiare in seguito ad un fatto o a un episodio curioso o rimarchevole, sia positivo che negativo, noto a molti nella piccola comunità.  Soprannomi che, sorti come distintivo caratteristico di singole persone, sono poi molto spesso serviti, con perdita totale del loro significato, a indicare tutti i componenti del nucleo familiare di quelle persone, e a svolgere infine la funzione di cognomi veri e propri. Non va assolutamente dimenticato che molti cognomi provengono, da originari soprannomi, motivati dalla necessità di identificare le persone,  distinguerle dalle persone con lo stesso nome. Successivamente il soprannome si è aggiunto di nuovo anche al cognome, sempre per necessità di chiarezza tra le varie omonimie,  pur rimanendo in questa fase nell’uso circoscritto a  realtà ben limitate. L’uso del soprannome, molto diffuso in passato, non è del tutto scomparso a Cerqueto. Risultano usati attualmente anche soprannomi di recente conio, quasi esclusivamente in ambito maschile.

Molto spesso i soprannomi ereditati risultano purtroppo indecifrabili, essendosi perse le tracce che ci riportano al loro significato originario,  anche per la scarsa comprensione lessicale.  La maggiore difficoltà che s’incontra nella ricerca sul campo, quella di poter risalire a fatti o a episodi spesso remoti nel tempo e quindi di poter stabilire o determinare quali fatti hanno dato origine a quei nomignoli ereditati. Qualche volta la lettura e la comprensione dei soprannomi a noi noti è ancora possibile ed è proprio il salvabile che vogliamo salvare. E ricordarli non è poi l’unico modo perché possano continuare a vivere e non scivolare nell’oblio?

Potete contribuire all’arricchimento della ricerca sui soprannomi , sia per inserire nuovi nomignoli sia per decifrare,  correggere o ampliare la decodifica di quanto fatto inviando le vostre informazioni a cerquetoinforma@altervista.com, o semplicemente comunicandole alla redazione.

Adina Di Cesare

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