Il paesaggio racconta

Il paesaggio racconta leggende e storie locali tra loro legate che, disciolte dai loro intrecci, fanno affiorare  con tutta evidenza fatti che ad un primo sguardo restano celati e incomprensibili.    Negli anni ’50, quando ero ancora bambina, mio nonno mi parlava spesso di Cervella e mi raccomandava di non recarmi mai da sola nei pressi di Santa Reparata, un sito roccioso a 900 m di altitudine alle spalle di Cerqueto, verso sud, sulla via dei “Prati”, non molto distante dal paese. La zona straordinaria per la sua amenità, prende il nome da una graziosa e isolata chiesetta rupestre ancora esistente, dedicata alla Santa. Quasi spettrale,  sovrastante  una rupe impervia e molto scoscesa a est fino al torrente sottostante,  la chiesetta sembra sorgere direttamente dal torrente mentre a ovest il territorio ormai quasi completamente ricoperto da vegetazione boschiva  si distende dolcemente fino a perdersi all’orizzonte. Il paesaggio è cambiato negli ultimi decenni, le tracce del lavoro duro e instancabile dell’agricoltura povera dei tempi passati sono state cancellate, ma il luogo conserva la magia di sempre per una spettacolare vista panoramica.

La leggenda di Cervella si perde nella notte dei tempi. Mio nonno a sua volta da bambino aveva ricevuto le stesse raccomandazioni. Il fantasma di Cervella con tanto di abito svolazzante, sarebbe saltato fuori dal torrente portando via con sé i bambini soli.

Cervella? Chi poteva essere costui? Era realmente esistito? La figura di Cervella ha sempre destato in me un certo interesse e stimolato la mia curiosità. Era un personaggio inventato? A torto o a ragione, per perplessità legittima o semplicemente per il gusto del mistero e dell’orrido era nata la leggenda di Cervella. Le più diffuse credenze popolari vedevano i fantasmi come apparizioni dei defunti. Entità del folklore,  i fantasmi erano figure ricorrenti nella tradizione di Cerqueto non esente, come tutte le culture popolari, dagli influssi dei fantasmi. Paure e angosce dell’uomo del passato!

Certamente la pericolosità della zona, un tempo molto frequentata, esigeva che i bambini fossero protetti per  scongiurare qualsiasi azione temeraria. Da quel dirupo si poteva facilmente scivolare e finire nel torrente.

Durante una mia ricerca, tra gli atti civici degli archivi di stato a Teramo, ho trovato il certificato di morte di un certo signor Gregorio Cervella,  ottantenne, figlio del sarto Giovanni.  La morte avvenne nei pressi della chiesetta di Santa Reparata, alle ore “dieciotto del 30 agosto dell’anno 1855” ed era stata accertata sul posto con la testimonianza di Giuseppe Guida e Domenico Rossi, entrambi “lanari”, “regnicoli”, domiciliati a Cerqueto. Gregorio Cervella, originario di di Montorio al Vomano era domiciliato a Cerqueto “scribente” di professione e moriva senza lasciare figli sotto tutela perché minori.

Soddisfatta finalmente la mia curiosità, sono sicura che dal fatto realmente accaduto, forse da circostanze non troppo chiare,  ha origine la leggenda del fantasma di Cervella che riemerge dal torrente. Conoscere la dinamica della sua morte sembra proprio difficile, forse è caduto accidentalmente nel precipizio, forse gli hanno teso un agguato. Certo è che Cervella è esistito veramente e la sua morte è avvenuta nei pressi della chiesetta di Santa Reparata,  quasi sicuramente precipitando nel torrente.  Come “scribente” doveva avere anche una certa influenza e rilevanza all’interno della comunità!

 

Le impronte degli uomini passati restano nel paesaggio e nel paesaggio vengono scritte e  lasciate le passioni, le paure, le aspirazioni e le fantasie degli uomini che ci hanno preceduto, il loro modo di pensare il paesaggio. Il paesaggio che è anche il modo di pensare la vita, il mondo e la natura.

 

Gianna Lisii

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