Il fruttivendolo della montagna

Un vecchio proverbio dice che la costanza è la virtù dei forti. Tale affermazione può essere sicuramente associata a Vincenzo, il fruttivendolo ambulante, che fin dal 1978 raggiunge, almeno una volta a settimana, Cerqueto. Negli anni ottanta a Cerqueto la vita era molto diversa dalla quella di oggi. L’esistenza per i residenti era agevolata dalla presenza di due negozi di alimentari gestiti da Elia e Leonardo; i prodotti più importanti si potevano acquistare in paese, venivano venduti pane, pasta, prodotti per la casa e ghiottonerie varie per i bambini. Il “birraiolo” Pasquale, di Montorio, poi riforniva di bevande i due negozi. E proprio nel 1978 iniziò l’esperienza di Vincenzo nel nostro paese. Alternandosi con turni settimanali ad altri due fruttivendoli, Ettore e Alfredo, rispettivamente originari di Intermesoli e Rocca Santa Maria, i tre rifornivano Cerqueto di frutta e verdure varie. Quando i negozi di generi alimentari chiusero i battenti, il panettiere Berardo, che già riforniva i due negozi in precedenza, si occupò di portare il pane due volte a settimana ed ha continuato a farlo per diversi anni. L’interruzione dell’attività da parte di Ettore fu causata probabilmente dalla scarsa clientela, mentre per Alfredo arrivò la malattia. Fu il figlio a prendere il suo posto e per qualche anno proseguì l’attività, ma ben presto l’abbandonò definitivamente. Unico a resistere tra tutti è stato Vincenzo, il solo che non si è perso d’animo. Il nostro paese è legato a Vincenzo in un patto d’acciaio, dunque, costretto a durare il più a lungo possibile. Cerqueto è stato il primo paese nel quale egli ha iniziato la sua attività e uno dei pochi dove ancora oggi si reca, oltre a Fano Adriano, Tottea, Senarica, Cesacastina, e Frattoli. Da lodare, oltre all’indiscutibile costanza, il garbo nei confronti dei clienti, la disponibilità verso tutti, senza dimenticare la qualità ottima della frutta. Interessanti sono le osservazioni attente da parte di Vincenzo sulle trasformazioni di Cerqueto: il cambiamento demografico e sociale del paese, i mutamenti di alcuni luoghi, quali la vecchia fonte o il Piano Santo, ma particolari sono le sue riflessioni sui cerquetani di qualche decennio fa, che i ragazzi come me non hanno conosciuto. E parla di Adalgisa, Pio e Maria, Stanislao e di tante altre persone che hanno vissuto in paese e hanno fatto la storia di Cerqueto. Un aneddoto curioso, al riguardo, racconta Vincenzo. Narra che una volta, proprio mentre Ernesta comperava una cassetta di mele, venne a mancare la luce. Aveva appena scelto la sua cassetta poggiandola a terra, quando le pecore, che passavano di lì proprio nello stesso istante, incuranti delle mele, fecero rovesciare la cassetta e le mele rotolarono dal Rione Colle, dalla casa di Ernesta, fino alla piazza del Casale e anche oltre, percorrendo in poco tempo tutta la strada, in notevole discesa.
Numerosi anni di onorata presenza sanciscono rapporti di fiducia e rispetto. Agli anziani diverse volte ha portato e tuttora porta la frutta a casa. Un vero servizio a domicilio! Certamente tante stagioni sono passate sotto lo sguardo di Vincenzo, belle e brutte. Durante l’inverno egli si sposta con un furgone di dimensioni ridotte rispetto a quello che è solito guidare nella bella stagione, più grande e capiente. Una musica amplificata, ma subito ridotta, annuncia il suo arrivo. E iniziano le sue tappe lungo le strade principali del paese a partire dal Casale. Oggi Cerqueto non è più popolato come quarant’anni fa; poche sono le famiglie che si riforniscono da Vincenzo soprattutto d’inverno. Non esistono più i negozi di alimentari e per comperare il pane bisogna arrivare a Montorio, la frutta invece, grazie a lui, è possibile acquistarla ancora in paese. Certo è che Vincenzo resta per tutti una figura familiare e amica e sicuramente da apprezzare per la sua tenacia, per il suo legame con Cerqueto e soprattutto per il rispetto per il suo lavoro, che va oltre il mero guadagno. È il rispetto che Vincenzo ha per tutto ciò che gli permette di vivere e di aiutare la sua famiglia ed è lo stesso rispetto e affetto che il paese gli dimostra. L’auspicio e che la sua attività possa continuare il più a lungo possibile.
Veronica Mastrodascio

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