Il Museo di Cerqueto, una scommessa per il futuro del paese!

Quasi chiuso il cantiere per la sistemazione del Museo Etnografico, aperto a Cerqueto all’ex palazzo scolastico  lo scorso mese di giugno. I lavori strutturali, aggiudicati alla ditta EDILFAB di Poeta Italo di Tottea,  sono andati avanti speditamente e sono quasi conclusi. L’investimento complessivo è statodi circa 170mila € impegnati per circa il 75% per la valorizzazione dell’area circostante e per il  restante 25% per il  museo vero e proprio. Non si riuscirà subito a soddisfare le numerose impellenze necessarie per  una sistemazione  completa ma sicuramente i lavori intrapresi rappresentano una buona spinta iniziale perché il museo possa essere finalmente riorganizzato dopo la lunga interruzione dell’attività espositiva dovuta alla mancanza di una sede. Grazie alla dedizione e all’impegno notevole e volontario di alcuni cerquetani è stato possibile  iniziare anche gli urgenti lavori per la salvaguardia e la sistemazione degli oggetti. Il progetto operativo di ristrutturazione e adeguamento interno dell’edificio e di  riqualificazione  dell’area esterna, a cura dell’ ingegnere Angelo Mastrodascio,  dell’architetto Paolo Carnovale e del geometra Fabrizio Pompili, ha un respiro decisamente più ampio rispetto alle precedenti esposizioni, ormai risalenti a qualche decennio fa. Il museo si svilupperà su sei  sale che si armonizzano con l’ambiente circostante grazie anche all’uso delle tipicità e  dei segni distintivi e caratterizzanti propri del territorio.

Ma quale sarà la vera e profonda scommessa  del museo ristrutturato e rimesso a nuovo? Il Museo raccoglie gli strumenti che portano il segno del lavoro e del tempo, strumenti che i nostri avi hanno utilizzato nel corso di millenni per produrre tutto ciò che era necessario a soddisfare i propri bisogni ed a migliorare le condizioni sociali delle proprie famiglie. Certamente  esso  non potrà restare un contenitore chiuso in attesa di visitatori, ma dovrà  sviluppare un tessuto che sia permeabile alle persone, un vero e proprio fulcro di varie attività,  creando una rete di connessioni e collaborazioni con istituzioni pubbliche e private in tutta la provincia e non solo. Insomma  un  museo che non sia un organismo conservativo, ma un organismo in grado di raccontare le radici culturali e generare una narrazione di se stesso sempre nuova. Il riordino e la sistemazione di oggetti può e deve realizzare lo scopo della conservazione e diffusione delle radici culturali  di tutto il territorio e può e deve sviluppare  anche un modello di trasformazione  e valorizzazione del territorio che rappresenta. Ph. Angelo MastrodascioUna valorizzazione che declini  tutte le possibili attività museali in un intervento rispettoso del contesto esistente, realizzato con la massima attenzione alla vivibilità e alla sostenibilità ambientale.  Il museo deve studiare e valorizzare le testimonianze materiali e immateriali della cultura, degli usi e costumi della gente che ha vissuto e vive nel territorio non solo a Cerqueto  ma in tutta la montagna. Deve proporre una programmazione che coinvolga il territorio, di cui vuole recuperare un significato legato alle sue peculiarità, con iniziative tese all’utilizzo degli spazi sia interni, che esterni e limitrofi come contenitori di eventi che vanno dalla ricostruzione di specifiche attività al riutilizzo di manufatti altrimenti abbandonati. La programmazione deve tendere anche al recupero di documentazione sonora, visiva, iconografica, sparsa un pò ovunque su tutto il territorio nazionale, che costituisce un patrimonio culturale e scientifico in continua crescita e che il museo deve poter salvaguardare perché è sua,  appartiene alla sua gente e nessuno, né di Cerqueto né di altri posti, potrà mai pretenderne l’esclusività. Ph. Angelo MastrodascioCucire tra loro questi elementi rispettando la loro natura è l’imperativo categorico della nuova struttura museale. Questa sarà la vera scommessa del museo nel futuro, una scommessa che riguarderà anche il futuro del paese. Un traguardo difficile da realizzare ma non impossibile. È quanto mai opportuno ricordare fin da adesso la  definizione corrente di museo dell’ International Council of Museums.  Lo statuto dell’ICOM  definisce il museo “un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. È aperto al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio, educazione e diletto”.

Ph. Angelo MastrodascioChi potrà mai porre le condizioni per realizzare tutto ciò? La domanda è legittima e spontanea. Tutto questo, a mio avviso, lo può fare solo un comitato ad hoc, che abbia ben chiari gli obiettivi  dello sviluppo del territorio, nominato con funzioni di gestione  delle sale espositive e di promozione e programmazione della attività esterne  al museo, un comitato che sia in grado, con la forza sinergica del pluralismo,  di far riscoprire la propria identità attraverso la conoscenza dei valori del proprio mondo, della propria cultura, grazie ad un confronto diacronico con il passato e sincronico con il presente. L’augurio è che tutto ciò si possa realizzare e che i lavori intrapresi rappresentino veramente l’inizio di una  nuova e promettente prospettiva per Cerqueto e la montagna teramana.

Adina Di Cesare

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