In mancanza di regole grammaticali scritte i dialetti non conoscono la uniformazione e la compattezza delle lingue ufficiali standardizzate. Le regole del dialetto non sono mai regole del tutto fisse, sempre soggette ad una certa arbitrarietà dei parlanti. Anche i dialetti dei piccoli centri come Cerqueto sono soggetti a continue modificazioni, contaminazioni e adattamenti. Delinearne le regole, non è affatto impresa facile. Obiettivo di questo lavoro è illustrare i caratteri principali e le peculiarità del nostro dialetto senza la pretesa di essere infallibile o di non cadere in contraddizione.
Va brevemente ricordato che il dialetto cerquetano, come gli altri dialetti abruzzesi del gruppo adriatico orientale, conserva le impronte delle popolazioni locali italiche definiti sanniti ma è strettamente connesso al latino volgare. Inevitabilmente anche i longobardi, gli spagnoli, i francesi e gli americani hanno lasciato nel corso dei secoli le loro influenze lessicali.
Elementi di morfologia
- I sostantivi
Nel dialetto cerquetano, per quanto riguarda il genere, i sostantivi sono maschili o femminili. A parte gli esseri animati per cui il genere grammaticale corrisponde al sesso maschile o femminile, il genere è spesso arbitrario, una convenzione linguistica, derivante dall’uso comune, che non è strettamente legato al significato di un nome. Non esiste infatti una logica rigorosa per cui il sostantivo cavvëzë (pantaloni) debba essere maschile come pure jörnë (luce) o una ragione per cui la camëjëscë (la camicia) e la sumentë (il seme) debbano essere femminili. Sia maschili che femminili il genere dei sostantivi non si distingue per le desinenze, come per l’italiano. La funzione morfologica che consente di distinguere il genere e il numero nel dialetto cerquetano appartiene al fenomeno della metafonesi, comune ad altri dialetti dell’Italia centro meridionale.
Le vocali finali delle parole, sia singolari che plurali, sin dal latino volgare, si sono man mano del tutto affievolite ed indebolite e sono confluite nell’unico suono indistinto ë. Questo fenomeno ha comportato , com’è accaduto negli altri dialetti meridionali, ripercussioni su aspetti morfologici, producendo la metafonesi cioè la riflessione della vocale finale (post-tonica) sull’ultima vocale tonica, accentata, della parola. Nel dialetto cerquetano la metafonesi si riscontra per la maggior parte dei sostantivi maschili plurali che hanno un esito diverso rispetto al singolare. La differenza della vocale tonica in diversi casi resta così l’unica distinzione tra sostantivi maschili singolari e plurali mentre in linea generale per i sostantivi femminili non c’è alcuna differenza tra il singolare e il plurale. Il sostantivo singolare chénë (cane) diventa al plurale chinë (cani), la è è diventata i per effetto della metafonesi della finale –i originaria del latino volgare (diverso dal latino classico). Il sostantivo femminile casë (casa) rimane invariato sia al singolare che al plurale (la casë, li casë, la casa, le case). Esistono comunque, seppure in misura minore sia sostantivi maschili non metaforizzati come pure sostantivi femminili metaforizzati. Occorre perciò risalire all’etimologia latina per verificare l’esistenza o meno dell’esito metafonetico nel nostro dialetto e del tipo di metafonesi determinato dalle originarie vocali postoniche. Le vocali toniche che hanno subito metafonesi sono -é- -ó- -è- -ò-. In alcuni casi anche -à- subisce metafonesi da –i. Gli esiti sono tra i più singolari e spessissimo sono dittonghi, come si può vedere dagli esempi di seguito elencati.
Sostantivi maschili | ||
metafonizzati | non metaforizzati | |
lu cafàunë, li caféunë (il cafone, i cafoni) lu pràjëtë, li prëjëtë(il parroco, i parroci) lu uajjàunë, li uajjéunë (il ragazzo, i ragazzi) l’asinë, l’ïsënë (l’asino, gli asini) lu cavallë, li cavïllë (il cavalli, i cavalli) lu patrë, li pïtrë (il padre, i padri) lu nëpautë, li nëpeutë (il/i nipote/i |
lu mëniëllë, li mëniëllë (il/i bambino/i) lu meulë, li meulë (il/i mulo/i) lu marïjëtë, li marïjëtë(il/i marito/i) lu fratëllë, li fratëllë (il/i fratello/i) lu lëttë, li lëttë (il/i letto/i) |
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Sostantivi femminili | ||
metafonizzati | non metafonizzati | |
la craunë, li creunë (la corona, le corone)la tëlëvïsiaunë, li tëlëvïsieunë ((la/le televisione/i) | la pïzzarellë, li pïzzarellë (la/e forma/e di formaggio) la mënèllë, li mënèllë (la/le bambina/e) la mammë, li mammë (la/le mamma/e) la pecurë, li pecurë (la/le pecora/e) la ciavarrë, li ciavarrë (la/e pecora/ pecore giovane/i) la nïpautë, li nïpautë (la/le nipote/i) la pagnottë, li pagnottë (la/le pagnotta/e) |
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Sostantivi senza distinzione di genere e numero | ||
lu/la/li meulë (il/la/i/le mulo/a//i/e)lu/la/li fijë (il/la/i/le figlio/a//i/e) | ||
Va sottolineato anche il fenomeno del frangimento vocalico, che consiste nell’alterazione delle vocali toniche, accentate, tanto nell’apertura quanto nel timbro, dando luogo a svariati esiti, soprattutto a dittonghi. Riguarda principalmente le vocali chiuse in sillaba aperta (terminante per vocale), nella quale le vocali é, ó, ed anche ì, ù, in sillaba aperta, vengono dittongate: nòirë (nera) contrariamente a stréttë (stretta), gëlàusë (gelosa), contrariamente a róscë (rossa), fóilë (filo) contrariamente a rìcchë‘ (ricco); méurë (muro) contrariamente a brúttë (brutto). I dittonghi delle vocali toniche appartengono al periodo più arcaico. Nel corso degli ultimi decenni, grazie alla inevitabile italianizzazione e contaminazione del dialetto, i dittonghi sono andati pian piano scomparendo a favore di esiti non dittongati.
- L’articolo
Per distinguere i nomi sia in relazione al genere che al numero spesso è indispensabile l’uso dell’articolo ed è perciò importante ripercorrere brevemente la storia di questo importante elemento del discorso.
L’articolo determinativo. Contrariamente al latino classico, che non conosceva l’articolo, nel latino volgare, parlato dal popolo, il sermo vulgaris, per determinare meglio il sostantivo, veniva usato il pronome ille – illa- ilud (al plurale: illi, illae, illa). Illa puella indicava una determinata ragazza. Sempre più usati in questo senso, l’antico valore dimostrativo di ille, illa, illud pian piano svanì e nacquero così con tutte le modifiche, gli articoli determinativi dell’italiano (il, lo, la,i, gli, le) e, con esiti e varianti diversi da regione a regione, gli articoli determinativi dei dialetti. Manca nei dialetti una forma da usare soltanto davanti alle parole che cominciano per s impura o z come per l’italiano lo. Si dirà pertanto lu zojjë come lu fratë contrariamente all’italiano lo zio, il frate.
Articolo determinativo nel dialetto cerquetano | |||
genere e numero | italiano | dialetto | esempi |
maschile singolare | il, lo, l’ | lu | lu mastrë, il maestro – lu zojjë, lo zio – lu pänë, il pane- l’angëlë, l’angelo – l’ajjë, l’aglio |
femminile singolare |
la, l’ | la, l’ | la casë, la casa – la mastrë, la maestra – la mënéstrë, la minestra – l’annatë, l’annata – l’almë, l’anima |
maschile plurale | i, gli | li, l’ | li caféunë, i cafoni – li ciëllë, gli uccelli – l’ijjë, gli agli |
femminile plurale |
le, l’ | le, l’ | li casë, le case – li mammë , le mamme- l’annatë, gli anni, le annate- l’amichë, le amiche |
L’elisione si usa davanti ai sostantivi che cominciano con la stessa vocale!
L’articolo indeterminativo. Nel latino volgare l’aggettivo numerale unus – una, che nel latino classico significava numero uno, veniva usato come articolo indeterminativo e con il passare del tempo diede origine all’articolo indeterminativo un, una e alle forme dialettali nu e na. E’ assente – come nel caso dell’articolo determinativo una forma per le parole che cominciano per s impura o z, corrispondente all’italiano “uno”. Si dice nu zojjë e nu špausu, mentre in italiano si dice uno zio, uno sposo.
Articolo indeterminativo nel dialetto cerquetano | |||
genere | italiano | dialetto | esempi |
maschile | un, uno | nu, n’ | nu carrettë, un carro – nu zojjë, uno zio – nu rëhalë, un regalo –n’annë, un anno |
femminile | una | na, n’ | na mënèllë, una bambina – na casë, una casa na scolë, una scuola n’amojëchë / un’amìca un’amica |
L’elisione si usa davanti ai sostantivi che cominciano con la stessa vocale!
- Pronomi personali
Pronomi personali del dialetto cerquetano | ||||||
persona | italiano | soggetto | complemento | |||
forma forte | forma debole | |||||
1ª singolare | io, me, mi | ó , jì (più moderno) | mà | më | ||
2ª singolare | tu, te, ti | tè | tà | të | ||
3ª singolare | maschile | egli, lui, gli | èssë | èssë | jë, lu | |
femminile | ella, lei, le | èssë | èssë | jë, la | ||
neutro | esso | —– | lu | lu | ||
1ª plurale | noi, ci | nè | nè | cë | ||
2ª plurale | voi, vi | vè | vè | vë | ||
3ª plurale | maschile | essi, loro | issë | issë | jë, li | |
femminile | esse, loro | issë | issë | jë, li | ||
neutro | essi,esse | —— | issë | li | ||
I pronomi personali hanno forma diversa, secondo la persona, il numero, il genere e la funzione. Tale funzione può essere di soggetto o di oggetto. I pronomi personali soggetto indicano la persona che è protagonista dell’azione o che effettua la comunicazione. Ó stinghë a la casë. Io sono a casa. Tè dùa stì?Tu dove sei?I pronomi complemento di alcune persone variano di forma a seconda che l’oggetto sia diretto o indiretto. Èssë vè nghë mà. Lei viene con me. Pozzë mënò nghë vè? Posso venire con voi? Chë cë dì a magnò?Cosa ci dai da mangiare? Chë jë fì pë rëhalë? Cosa gli fai per regalo?
I pronomi personali usati come complemento hanno due forme: una forma forte e una forma debole e si usano quando nella frase il pronome svolge una funzione diversa da quella di soggetto e cioè:
-
- complemento oggetto: La(lei) chiamë ò. La chiamo io
- complemento di termine: Jë(a lei, a lui) dïnghë na cusë. – Le (gli) do una cosa.: Lavurë pë issë. Lavori per loro.
- complemento di compagnia: Èssë vè nghë mà. Egli o ella viene con me –
Le forme forti hanno un accento proprio e, quindi, assumono particolare rilievo nella frase; possono essere usate per parecchi complementi e vengono collocate generalmente dopo il verbo: Penzë pë tà. Pensa a te!
Le forme deboli non hanno un accento proprio e si appoggiano sempre al verbo, o lo precedono o lo seguono,
Chë vë dojëcë la coccië. Che vi dice la testa? Dètëcë na minë!Dateci una mano!
Le forme deboli sono particelle pronominali, vengono adoperate esclusivamente per il complemento oggetto. La scelta tra le forme forti o deboli è relativa alle esigenze espressive:
- Në è una forma debole di pronome di terza persona singolare e plurale e significa dë essë, dë issë, Quantë në é? – Quanti/ne sono?
- Può avere funzione avverbiale col significato di: da qui, da lì, di qui, di là:
Vë në putajëtë jò. Ve ne potete andare
- Jë, gli , unito con i pronomi personali lu, la, li, në forma un’unica parola: jëlu, jëla, jëli, jënë
Jëlu pu fä nu piacìrë?- Glielo puoi fare un piacere?
Jëla dì la pénnë?- Gliela dai la penna?
Jëli cheuscë li cavëzë- Glieli cuci i pantaloni?
Quantë jënë dì – Quante-i gliene dai?
- AGGETTIVI POSSESSIVI
L’aggettivo possessivo si mette sempre dopo il nome e si concorda con la cosa posseduta.
Aggettivi possessivi nel dialetto cerquetano | ||
dialetto | italiano | esempi |
mì, mé | il mio, la mia | L’asine mì. Il mio asinoLa hallina mè. La mia gallina |
ti, té | Il tuo, la tua | Lu carrèttë tì. Il tuo carrettoLa honna tè. La tua gonna |
sì, sé | il suo, la sua | Lu halle sì. Il suo galloLa casa sé. La sua casa |
nostrë | la nostra, le | La/i pecura/e, nostrë. La/e pecora/a nostra/e. |
nustrë | il nostro, i nostri | L’asinë / l’isënë nustrë – Il mio asino/ i miei asini |
vostrë | la vostra, le vostre | La fijjë/li fijjë vostrë – Mia figlia, le mie figlie |
vustrë | il vostro, i vostri | Lu fijjë/ li fijjë vustrë – Vostro figlio, i vostri figli |
sì, sé | i loro, le loro | Li fijjë si, i suoi (loro) figli Li fijjë sé, le sue (loro) figlie |
Come gli altri dialetti abruzzesi, il dialetto cerquetano è caratterizzato da ènclisi dell’aggettivo possessivo unito ad un sostantivo indicante parentela (esso si appoggia alla parola precedente e forma un tutt’uno con essa). Ad esempio, fijëtë (tua figlia), pàtrëmë ( mio padre), mammëtë ( tua madre) – sòretë ( tua sorella).
PRONOMI POSSESSIVI
I pronomi possessivi si concordano con la cosa posseduta. Attenzione non sempre il genere dei sostantivi è uguale in italiano e nel dialetto cerquetano! Li soldë (i soldi) è femminile plurale e non maschile plurale come in italiano. Li cavëzë (i pantaloni) è femminile plurale e non maschile, come in italiano!
Da osservare poi che il pronome possessivo, in sostanza, si presenta come un sostantivo. Infatti esso richiede sempre davanti a sé l’articolo determinativo lu, la, li.
Pronomi possessivi nel dialetto cerquetano | ||
dialetto | italiano | esempi |
lu mì, lu tì, lu sì, lu nustrë, lu vustrë, lu sì |
mio, tuo, suo,nostro, vostro, loro(maschile singolare) | L’ürtë è lu sì! L’orto è suo!Lu pajjirë è lu nustrë! Il pagliaio è nostro! L’asinë è lu mì! L’asino è mio |
la mè, la tè, la sé, la nostrë, la vostrë, la sé |
mia , tua, sua, nostra, vostra, loro(femminile singolare) |
La casë è la mè! La casa è mia!La majjë è la sé! La maglietta è sua!La pummadorë è la tè! Il pomodoro è tuo! |
lu mè, lu tè, lu sé lu nostrë, lu vostrë, lu sé |
mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro(neutro singolare) |
Questë è lu mè! Questo è mio!Quillë è lu tè! Quello è tuo!È tuttë lu sé! È tutto suo! |
li mì, li tì, li sì, li nustrë, li vustrë, li si |
miei, tuoi, suoinostri, vostri, loro(maschile plurale) | Li cuturnë è li mì! I calzini sono miei! Li pincë è li nustrë! Le tegole sono nostre! Li fïscë dë li lajënë è li sì! Le fascine di legna sono sue (loro) |
li mè, li tè, li sé, li nostrë, li vostrë, li sé |
mie, tue, sue,nostre, vostre, loro(femminile plurale) | Li soldë è li mé! I soldi sono miei!Li scarpe è li sè! Le scarpe sono sue!Li cavëzë è li tè! I pantaloni sono tuoi! |
Aggettivi dimostrativi
maschile | femminile | esempi | |||
dialetto | italiano | dialetto | italiano | ||
singolare | stu | questo | sta | questa | stu tettërë sta casë |
plurale | sti | questi | sti | queste | sti tittërësti casë |
- Pronomi dimostrativi
Spesso i pronomi dimostrativi sono rafforzati dagli avverbi di luogo : ecchë/ quö (per quest-o,-a,-i,-e), lochë/là (per quell-o,-a, -i,-e, èssë (per codest-o,-a,-i,-e)
maschile | femminile | esempi | |||
dialetto | italiano | dialetto | italiano | ||
singolare | quistë (écchë/ quö) | questo | quèstë /quésta (écche/ quö) | questa | Quistë (écchë) në m’apparté. Questo non ti appartiene. Quèstë /quésta (écche) è la mé. Questa è mia. |
quillë (lochë/là ) | quello | quèllë /quella (lochë /là) | quella | Quillë (lochë ) è lu fijë. Quello è il figlio. Quèllë / quella (lochë ) è la té. Quella è tua. |
|
quissë (èssë ) | codesto | quèssë/quessa(èssë ) | codesta | Quissë (èssë ) në më piacë pë’ccusë. Codesto non mi piace per niente. Quèssë/ quessa(èssë ) n’à vuojjë. Codesta non la voglio. |
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plurale | chistë (écchë/ quö) | questi | chèstë (écchë/ quö) |
queste | Chistë (écchë/qu) më va bunë. Questi mi vanno bene. Chèstë (écchë) më va bonë. Queste mi vanno bene. |
chillë (lochë /là) | quelli | chèllë (lochë /là) | quelle | Chillë (lochë/là ) so li mì. Quelli sono miei. Chèllë (lochë ) so li vostrë. Quelle sono vostre |
|
chìssë (èssë ) | codest-i,e | chèssë (èssë ) | codeste | Chìssë (èssë ) so li sì. Codesti sono i suoi. Chèssë (èssë ) so li tè. Codeste sono tue. |
Adina Di Cesare