La Natività dell’artista Julio Padrino

Conosco Julio Padrino da alcuni anni e quello che mi ha colpito fin da subito della sua produzione artistica è la grande tecnica e la cura dei minimi particolari che si evidenziano nella riproduzione dei soggetti. Per questo ho pensato di proporlo alla Pro Loco per la realizzazione del dipinto relativo alla 45a rappresentazione del presepe vivente di Cerqueto.

L’opera che ha realizzato, (olio su tela, 50×40 cm)  rispecchia pienamente il suo modo di intendere la pittura. La Natività è raccontata in modo semplice ed immediato, con i tre protagonisti in primo piano: sopra un giaciglio, che sembra essere ricavato nella roccia della grotta usata come rifugio; e la madre, adagiata, con il bambino tra le braccia e con gli occhi rivolti verso Giuseppe. Gli sguardi dei due sembrano cercare sia incoraggiamento reciproco che condivisione della gioia,  come se fossero consapevoli dell’unicità dell’evento. L’opera comunica la positività verso la vita acquisita attraverso la nascita del Salvatore. Nella sua semplicità, il dipinto sembra quasi una foto o una scena di un film, con un carattere essenzialmente narrativo. Il simbolismo è invece racchiuso nell’eterea luce diretta sul bambino, un segno del miracolo della nascita.

In quest’opera si può notare l’attenzione prestata ai particolari, dalla raffigurazione dei radi capelli del bambino  alle vesti consunte di Maria e Giuseppe. Questa, come detto, è una caratteristica di Julio, che recentemente, in modo magistrale, ha realizzato nel vescovado di Teramo i ritratti degli ultimi tre vescovi. Allo stesso modo, alcuni affreschi che ha dipinto all’interno della sua casa e che ho avuto modo di apprezzare, colpiscono istantaneamente lo sguardo per la loro meticolosa precisione e l’accurata scelta dei colori.

Alcuni di questi sembrano finestre aperte sulle pareti della casa, dove i colori naturali e la moltitudine di oggetti decorati a mano rimandano alle origini latino-americane dell’artista.
Julio è infatti nato in Venezuela ed ha iniziato a disegnare all’età di circa quattro anni, negli anni è riuscito a sviluppare, usando quasi tutte le tecniche, olio su tela, acquerello, carboncino, restauro, con la stessa cura dei particolari e con la stessa meticolosità, tutte le sue opere. Mi lega a lui ormai una profonda stima ed amicizia. Mi piace chiamarlo Maestro perché, senza retorica e senza peccare di presunzione, può essere considerato tale sperando che con la umiltà e la semplicità che lo contraddistingue possa continuare a regalarci emozioni ogni qualvolta si metta davanti ad un cavalletto a dipingere.

Franco Villani

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