L’orologio della passione

      Canto di questua  per la Settimana Santa,
cantato la sera del Giovedì Santo a Cerqueto  fino al 1980
 
Preparati all’un’ora
Quest’è l’ultima cena
E con faccia serena
Così Gesù parlò
 
 Disse – sarò tradito
Disse – sarò negato
E Giuda disperato
Rispose – Io non sarò
 
 Alle tre i sacramenti
Istruisce allor
Ed or tutti contenti
Il suo corpo dispensò
 
Alle quattro si mosse
Con grande compassion
Alle cinque nell’orto
Il buon Gesù andò
 
Alle sei il padre Eterno
Dal re dei cieli andò
alle sette nell’orto
la turba lo menò
 
Alle otto una guanciata
Al buon Gesù toccò
Alle nove schiaffeggiato
Allor Giuda si turbò
 
 Alle dieci carcerato
Il buon Gesù andò
Quando che fu accusato
Sonava l’undicior
 
Alle dodici Pilato
le mani si lavò
alle tredici di bianco
vestirono il Salvator
 
Alle tredici di bianco
Vestirno il Salvator
Con una canna in mano
Per dargli più dolor
 
Coronato di spine
Fu alle quindicior,
Dalle tempie divine
Il sangue suo versò
 
Legato alla colonna 
Fu alle sedicior
Battuto e flagellato
Per Dio fu un gran dolor
 
 Alle diciassett’ore
La penna sua adoprò
Per la brutta sentenza
Che al buon Gesù toccò
 
I chiodi e i martelli
Per lui si preparò
In croce il Redentore
All’or diociotto andò
 
Alle diciannov’ore
Testamento donò
Gesù pieno d’amore
Giovanni a sé chiamò
 
 Alle venti da bere
Chiedeva il Salvator
Gustando aceto e fiele
Solo pel  peccator
 
Sonando le ventuno
La testa sua chinò
quell’alma santa e pura
all’Eterno padre andò
 
Alle ventidue ore
La lancia lo passò
Con ferro e con parole
La costola gli piagò
 
Alle ventitré ore
Di croce lo levò
Maria con gran dolore
In braccio lo pigliò
 
Alle ventiquattrore
Gesù al sepolcro andò
Solo per nostro amore
E a tutti ci salvò
 
Dopo tre giorni intanto
Gesù risuscitò
Con gloria festa e canto
All’Eterno Padre andò

Una lauda, di eccezionale valore storico, che  ci riporta alle  Sacre Rappresentazioni del XII secolo. A Cerqueto la  Passione veniva eseguita regolarmente da un suonatore di  tamburo o di organetto e un  gruppo di cantori  maschi che interpretavano, alternandosi, le varie stanze. Molto probabilmente la versione in italiano,  nota a Cerqueto, era stata stampata  e diffusa, alla fine dell’800, dall’editore di Firenze  Adriano Salani.

Il canto fa parte dei Documenti originali del FOLKLORE musicale europeo ed è inserito nel disco “Italia vol. 1 – Antologia documentaria e critica ordinata e commentata da Roberto Leydi”… ed io aggiungo direttamente dalla nostre splendide voci, in questo caso quella del mio splendido fratello Gek e quella, altrettanto splendida, di Tonino Leonardi. Ricordo ancora quando registrarono questo canto. Era il 1965, io tornavo da Senarica dove aro impegnata per una supplenza e trovai a casa un gruppo di professori, tra i quali Giuseppe Profeta, il professor Toschi, mi pare, direttore del Museo del Folklore di Roma all’Eur, un altro professore. di cui non ricordo il nome, e che ci dedicò dei distici in latino che ancora conservo. Mamma aveva cucinato  pasta e fagioli e Giuseppe Profeta aveva registrato il rumore del coltello mentre mamma tagliava i maccheroni. Giuseppe Profeta era stato il mio professore di lettere nel triennio delle medie e quindi era tenuto in gran conto da papà e da tutti noi. Dopo il pranzo andarono tutti insieme da don Nicola per registare.  C’era anche Robeto Leydi e  un’altra persona che si occupava del registratore.  Sono tornati tante altre volte! Ho saputo del disco dalla cara amica Ninetta, figlia dello zio Profeta, che insegnava a Gallarate e, per puro caso, trovò il disco. Il disco che mi regalò lo custodisco con affetto, perché c’è anche mamma che canta e Carino che suona il saltarello.

L’orologio della passione che noi chiamavamo semplicemente “La Passiaunë” conta 20 quartine formate con assonanze che aiutano la melodia. Racconta le ultime ore di vita di Gesù iniziando dall’ultima cena e segue il Nostro Salvatore ora per ora, sottolineando i fatti salienti della Passione. È un riassunto in versi del racconto del Vangelo di Marco che si legge nella Domenica delle Palme e nella messa del Giovedì Santo, cioè il Passio. Mi richiama alla memoria le laudi di Jacopone da Todi, specie quella che ha per titolo “Il pianto della Madonna”. Le strofe del canto di Cerqueto sono tutte belle e tristi. Io preferisco l’ultima, che esalta il trionfo della vita sulla morte . Come fa dire Dante a Virgilio “Ci vidi venire un Possente con segno di vittoria coronato”. Dopo solo 3 giorni Gesù risuscitò per donarci la speranza, per farci suoi fratelli, per aprirci le porte del Paradiso, illuminandoci la via con lo splendore e la possanza della sua Resurrezione.

Rema Di Matteo

 

 

 

 

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