Poveri, abbandonati e…

Era un tiepido pomeriggio primaverile, agli inizi degli anni ’60. Avevo quasi 10 anni ed ero una bimbetta vivace ed allegra. Seguivo sempre la mia famiglia nelle loro uscite festive e non. Sì, fu proprio allora che udii dal palco, un “palchetto” paesano improvvisato per la campagna elettorale, un signore che diceva: “povera Cerqueto, è stata, è, e sarà sempre una pedina manovrata dai fanesi. Quelle parole mi sembravano leggere e scherzose, però, sapevo già, poiché spesso giocavo a dama con mio padre, che la pedina aveva un valore inferiore alla dama e veniva mossa con facilità. Subito mi resi conto del significato allegorico di quella frase. Mio padre, allora quarantenne, lui sì ne aveva fatte di “battaglie” per difendere i diritti dei cerquetani. Fano Adriano, bella e ridente cittadina era il capoluogo e l’unica frazione era Cerqueto. In quel periodo i due paesi erano nettamente diversi, per servizi, strutture e condizioni sociali. Fano Adriano era facilmente raggiungibile con l’automobile, perché l’attuale strada provinciale che porta al paese era già asfaltata, non solo, ma esisteva anche una strada per raggiungere Prato Selva. C’era un edificio scolastico con un parco per giocare. La sede del municipio era molto confortevole e l’acquedotto già distribuiva acqua nelle case. Diversa era la condizione del paesino, Cerqueto.

Niente strade, solo una mulattiera, erta, scomoda, di cinque chilometri che era costretto a percorrere chi aveva bisogno di fare la spesa, recarsi dal medico, andare a scuola, recarsi nella sede comunale per fare un certificato. Quanti sacrifici! Raccontava papà che per avere un certificato occorrevano tre giorni.

L’acqua potabile arrivava col “contagocce”. Nel paesino c’erano quattro fontanelle, una per ciascun rione e potete immaginare le lunghe interminabili code con le conche. Per lavare i panni si andava nel torrente vicino “lu muloine”, non esisteva un lavatoio pubblico. Riguardo all’edificio scolastico, io ho fatto le scuole elementari nelle stanze adiacenti la chiesa, due povere stanze con banchi riciclati dalla scuola elementare di Fano. Anche i piatti della refezione erano di seconda mano, sì, perché l’arredamento scolastico nuovo toccava sempre agli scolari fanesi, i più fortunati!

Anche le cartine erano riciclate. Tante erano le differenze, anche sociali. Tanti fanesi di famiglie abbienti,  soprannominati “sor”, erano proprietari di diverse greggi che costituivano ricchezza e benessere. I loro rampolli avevano il privilegio di studiare e frequentare persino gli studi “grossi”, intendo l’Università. Sono diventati  professionisti, medici, avvocati, alcuni anche rinomati in provincia e a Roma. I nostri genitori erano i garzoni delle loro greggi: sempre sottomessi e senza possibilità di studiare.

Tante cose sono cambiate con il passare degli anni. Si sono avvicendate diverse amministrazioni con sindaci, assessori e consiglieri  più o meno democratici, capaci e sensibili. Cerqueto, grazie ad alcuni di loro, è diventato un paesino bello e pieno di comodità. Elencarli è superfluo. Abbiamo almeno i servizi e le strutture necessarie. Anche noi abbiamo avuto la possibilità di crescere e di partecipare in modo attivo alla vita democratica e sappiamo distinguere il diritto dal  “favore”.

Rita Di Matteo

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