Un’idea per il nostro museo

Illustrazione di un progetto preliminare, proposto due anni fa dalla ProLoco di Cerqueto, relativo alla riqualificazione del Museo Etnografico delle tradizioni popolari dopo il trasferimento nella ex scuola elementare del paese.

Alcuni anni fa la Pro Loco ed il Comune decisero di trasferire il Museo Etnografico dalla sede adiacente alla chiesa di S. Egidio a quella ristrutturata della ex scuola elementare. La scelta fu dettata dalla constatazione che la vecchia sede, pur se adeguata dal punto di vista architettonico, era troppo angusta per ospitare degnamente il gran numero di oggetti di proprietà del museo, tanto che si era costretti ad esporre solo  una parte di essi e a non utilizzare schede esplicative.

L’ex scuola elementare è invece un edificio di 335 mq, con un ampio  cortile esterno e un’area totale di circa 870 mq. E’ stata parzialmente ristrutturata nel 2006 con fondi CIPE.

L’intervento ha riguardato la sistemazione degli interni, degli infissi e degli intonaci dei muri interni ed esterni ed ha infine previsto  il rifacimento completo di tutti gli impianti, anche se quello elettrico-illuminotecnico deve comunque essere riadattato alle esigenze del museo.

Sono stati esclusi quindi dalle opere l’intero arredo museale e la sistemazione del cortile e dei muri di cinta esterni, i quali però presentano uno stato di evidente degrado.

La Pro Loco in seguito ha proposto  il progetto preliminare che qui presentiamo, rivolto specificamente ad ultimare quanto intrapreso ed a provvedere ad un nuovo allestimento espositivo con un organico arredamento funzionale, così da far ripartire l’attività del Museo, migliorarne la fruizione da parte dei visitatori ed aumentarne la notorietà.

Si è pensato di sfruttare anche gli ambienti esterni, così da offrire all’ospite in ingresso una prima originale panoramica. Secondo il progetto, il cortile ospiterà allora numerose strutture (tre tipiche capanne di pastori, due abruzzesi ed una peculiare della Sardegna, una ruota per mulino ad acqua in continuo movimento, un deposito di fascine, un covone di fieno, una carbonaia, un portico in legno ed un videoproiettore da esterni per la continua proiezione sul muro di molteplici vecchie foto scattate a Cerqueto ed in altri paesi di montagna) in modo tale da indurre immediatamente il visitatore a rapportarsi con la civiltà agropastorale di montagna e ad addentrarsi nello specifico modo di interagire che i nostri avi hanno avuto con il proprio ambiente di vita. Il muro di cinta sarà rivestito in pietra locale per un’area di circa 270 mq. Nel muro saranno ricavati anche quattro spazi (due di 4×3 mq e due di 2×3 mq) sui quali dipingere murales aventi come tema alcune attività della passata economia contadina e pastorale. Più in particolare verranno rappresentate 4 situazioni relative a: lavorazione della lana, aratura dei campi, trebbiatura e “tresca” del grano, taglio della legna.

Uno o più artisti saranno incaricati di raffigurare i quattro soggetti due dei quali visibili nelle immagini qui riportate.


Un intervento inevitabile riguarda la sistemazione del muro di cinta in mattoncini (circa 300 mq)  che deve essere rivestito in pietra locale. E’ anche  opportuno ridurre l’altezza del muro fino al livello del suolo così da migliorare la visuale dell’edificio del museo dalla sottostante strada comunale. La protezione sarà affidata ad una leggera e semplice balaustra in ferro battuto che percorrerà l’intero perimetro del muro.

Per gli spazi e gli arredi interni particolare peso sarà dato allo svilupo di una presentazione degli oggetti e degli ambienti tematici comprendente più metodologie combinate e armonizzate tra loro, quali schede esplicative, testimonianze audio e video, documenti d’epoca, foto ecc.

Il progetto espositivo sarà caratterizzato da due esigenze fondamentali: quella di esporre e descrivere un numero cospicuo di reperti di varia natura, circa mille, e quella di ricostruire, nei limiti del possibile, ambienti che idealmente ripropongano i materiali nelle loro sedi originali.

Ad entrambe le esigenze si provvederà grazie ad una seria ed approfondita indagine che porterà ad individuare le sezioni tematiche prevalenti  e avvalendosi, per questo, della collaborazione di un’equipe di esperti del settore.

Tutto ciò verrà in seguito divulgato grazie a laboratori didattici, conferenze e mostre realizzate all’interno del museo stesso.

Il lavoro umano nella sua essenzialità, insieme agli utensili manuali che hanno permesso di modellare e sfruttare il territorio, saranno i protagonisti principali sui quali poggerà tutto l’allestimento: a questi sarà dato il principale dovuto risalto, verranno illustrati nei minimi dettagli, con l’ausilio di specifiche schede, gli usi che di ogni strumento venivano fatti.

Attualmente il museo dispone ancora di vetrine dove, negli anni passati, erano esposti gli oggetti. Si pensa però sia meglio non farne uso nel nuovo museo in quanto si vuole che esso esprima il significato, lo spirito e lo stile della vita pastorale e contadina, che è quello della sobrietà e della semplicità. Per questo si pensa di utilizzare, una volta restaurati, i mobili del museo stesso (armadi, madie, cassapanche ecc.) quali contenitori naturali degli oggetti e di realizzare elementari, ma eleganti, scaffalature in legno fissate alle pareti e sfruttare, infine, supporti naturali quali massi di pietra o tronchi di legno come basi per gli oggetti, qualora questi non vengano posati direttamente sul pavimento.

Si farà considerevole uso delle nuove tecnologie per la presentazione dei singoli oggetti, delle sezioni tematiche e dei vari ambienti.

Per quanto riguarda i pannelli esplicativi si ritiene conveniente utilizzare pannelli stampati con tecnologia lambda su dibond e, per dare maggiore risalto alle immagini, si utilizzeranno pannelli retroilluminati stampati su duraflex che, con un sensore di prossimità, possono illuminarsi quando si avvicina una persona o un gruppo di persone.

Quanto descritto è chiaramente solo un progetto preliminare che fornisce  perciò  solo linee generali di indirizzo,  può e deve essere quindi perfezionato e rielaborato.

Ci si è resi conto fin da ora, ad esempio, che sarebbe forse preferibile alleggerire l’area esterna trasferendo alcune delle ipotizzate costruzioni verso l’esterno, nei campi situati attorno all’edificio, come a realizzare una sorta di piccolo ecomuseo.

Sotto è riportato una pianta del progetto preliminare nel quale si notano nell’ordine: la ruota del mulino (part. D) ed il proiettore posizionati nell’area situata appena sopra la strada, le due tipiche capanne di pastori (part. A e part. B) sul cortile dopo il cancello di ingresso, il covone di fieno ed il deposito di fascine, la capanna dei pastori di Cerqueto (part. F) , il portico in legno (part. E) sotto il quale alloggiare carri ed aratri, la carbonaia (part. C) ed  il piccolo orto con attrezzi. Le due foto (cardtura della lana ed aratura) qui riportate diventeranno murales posizionati sui due muri di cinta principali visibili dalla strada.  
                                                                                                                                                                Angelo Mastrodasci0

  

  

  

 

 

                                                                                                                           

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