Tutta un’altra scuola!Eppure era solo ieri…

Siamo di nuovo tornati tra i banchi e le sedie (qualcuno ha dovuto portarseli da casa!) di aule scolastiche sempre più affollate e spesso poco ospitali, studenti e insegnanti di ogni età. I precari no, quelli restano a casa perchè non c’è più posto nella “scuola del maestro unico” riesumato dal passato, tuttologo, onnisciente e onnipresente, in una parola: Superman, perchè deve istruire generazioni di “geniotti” più o meno esperti anche di informatica e inglese, nella realtà poco praticati a scuola.

Eppure io il maestro unico l’ho avuto, anzi la Maestra, mia zia, affidataria di una pluriclasse di otto bambini tra i sei e i dieci anni, appartenenti ad una comunità, quella cerquetana, semplice e genuina e che non avevano nulla da invidiare ai loro coetanei cittadini, forse con maggiori opportunità di “confronto”, ma sicuramente meno abili “sulcampo” ad esempio nelle scienze (facevamo escursioni e passeggiate ecologiche, esplorazioni a Rio Ferroni per apprendere la metamorfosi dei girini in rane..) o nella storia, attraverso il reperimento di fonti autentiche, come il racconto dei nonni, ecc.

Ricordo ancora, all’entrata, il profumo dei pasti che Menicuccia, cuoca premurosa e gentile, preparava per noi “cuccioli”, rispettosi di fondamentali, semplici regole di comportamento e di vita!

Oggi mi capita di entrare in classe e di ricevere a stento un saluto degli alunni, sempre più stanchi, assopiti, impegnati  nelle varie attività extrascolastiche, che lasciano poco spazio allo studio a casa.

girini

Erano altri tempi, i miei, sebbene dalle elementari siano trascorsi solo trent’anni, ahimè…Ma la società evolve in fretta, le teconologie avanzano, non sempre a nostro vantaggio, però!

Infatti, a volte si ha l’impressione che certi rapporti umani siano estremamente limitati e sterili, incapaci di produrre relazioni positive, scambi di idee, collaborazione e condivisione di ruoli importanti, come l’educazione e la formazione dei giovani. Genitori che non hanno più il tempo di preparare la cartella (figuriamoci che la mitica “pagnottella” è stata soppiantata dalla bustina di patatine, pure condite al ketchup), figli parcheggiati davanti alla TV o presso centri pseudo-ricreativi che forniscono doposcuola e altri servizi.

Noi bambini, a Cerqueto, nel tempo libero, “affollavamo” le vie del paese: Piano Santo, Villaggio, Ara Vecchia, sfidando anche le intemperie, d’inverno, straripanti di vitalità ed entusiasmo.

Un giorno, racconto un aneddoto, mi avventurai verso i “canili”, avevo cinque anni, alla ricerca di mio nonno Quintino, da sempre adorato (mi portava a scuola a bordo di una carriola, suscitando le gelosie degli altri nipotini e compagnetti..) e delle sue caprette appena nate. Ero da sola e nevicava pure, inoltre dei cani abbaiavano terrorizzandomi!!! Fui soccorsa da Carino, compianto pastore e suonatore di organetto, il quale, dopo aver condiviso con me la sua pastasciutta, mi accompagnò a destinazione.

Esistono ancora, certo in numero esiguo, realtà scolastiche di piccole dimensioni, dove tutto è basato sulla collaborazione tra Istituzioni Scolastiche ed Enti Locali, famiglie ed insegnanti, per garantire il diritto all’istruzione dei ragazzi, superando i formalismi, gli ostacoli di carattere politico. Attraverso la mia esperienza, potrei citare diversi esempi, anche di territori più vasti e complessi, dove l’integrazione di alunni stranieri e la lotta al fenomeno della dispersione scolastica costituiscono la ragione di una buona partecipazione e degli sforzi di tutti gli attori del processo educativo.

Ma i tempi sono davvero cambiati, anzi noi siamo cambiati! Abbiamo sempre fretta, non riflettiamo abbastanza, prima di prendere qualsiasi decisione…

Eppure se ci volessimo un pò più bene, se accudissimo nel vero senso della parola, anche semplicemente ascoltandoli,   i nostri figli e  i nostri nonni, che tanto hanno fatto per noi,  senza chiedere nulla in cambio…  Ecco, se fossimo riconoscenti per il dono della vita, nei piccoli gesti quotidiani, forse sarebbe più facile recuperare quella spensieratezza e quella luce negli occhi che hanno fatto di noi e di tanti altri una generazione di alunni sereni.

Isabella Del Papa

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