Una “luce divina” tra le due sponde del Vomano

Cerqueto è un piccolo paese dell’entroterra teramano situato su di un balcone naturale nell’alta vallata del fiume Vomano; piccolo ma bello come tutti i paesi del territorio montano. Questi piccoli borghi di montagna, posti tutti ad un’altezza di 700-800 metri, rappresentano ancora oggi per le poche persone che ci vivono, il gusto di un ritorno alla semplicità e al contatto con la natura; tuttavia, l’abbandono dei paesi da parte degli abitanti, l’assenza dalle basilari forme di economie e l’isolamento del territorio dalle strutture politiche,  creano  gravi disagi e problemi di difficile gestione.

Oggi sono le pro-loco, con i pochi giovani rimasti, che animano, con diverse iniziative, i momenti di vita dei paesi e riescono a dare visibilità ad essi. Per esempio, la pro-loco di Cerqueto, con grande impegno e sacrificio, si adopera, tra le altre iniziative, per proseguire la tradizionale rappresentazione della natività di Gesù. Iniziativa non facile da realizzare, a causa delle molte problematiche che ostacolano la volontà del gruppo, che, tuttavia, riesce con grande forza a dare vita a questa tradizione con costanza e devozione. Infatti, grazie a loro, Cerqueto, ogni anno, il 26 dicembre, vive il suo momento di notorietà: nella sera di Santo Stefano viene visitato da migliaia di persone per ammirare uno dei presepi più belli del Centro Italia.

Ogni anno gli organizzatori apportano migliorie e piccole modifiche ad un copione già largamente collaudato: da ciò è nata l’idea di un collegamento luminoso tra Cerqueto e Poggio Umbricchio, in modo da illuminare la scena del presepe nel momento dell’arrivo della cometa sulla capanna, con un faro potentissimo che proietta luce dall’altra sponda del fiume. Pertanto gli organizzatori contattano la pro-loco di Poggio Umbricchio, di cui faccio parte, per chiedere una collaborazione.

Decidiamo così di incontraci e di effettuare una prima prova per valutare l’impatto visivo del faro da tale distanza sulla scena. Gli amici di Cerqueto sono venuti a Poggio Umbricchio con questo grande e potente faro. Da parte mia mi sono impegnato a localizzare una postazione adatta per piazzare l’attrezzatura, sopra la terrazzina di una casa vicino la chiesa. Con grande meraviglia, questo faro riusciva ad illuminare la capanna del presepe diffondendo un effetto di “luce divina” alla scena.

Piazzato il faro, sono tornati a Cerqueto, e da qui hanno acceso il secondo faro, per rafforzare l’intensità luminosa della luce proveniente dall’altra parte del fiume. Effetto scenografico bellissimo. Sembrava tutto funzionasse perfettamente!

Finalmente il 26 dicembre, il giorno della manifestazione. Da parte mia, essendo coinvolto in questo progetto, mi sento parte attiva di essa.

Mentre si sta svolgendo la rappresentazione,  attendo, con ansia, le telefonate della sala regia; la prima per accendere il faro nel momento della comparsa della cometa fino all’arrivo sulla capanna, avvolta lentamente dai fumi e dal nevischio. Dalla mia postazione, pur non potendo sentire le voci degli attori, né gli applausi degli spettatori meravigliati, ammirando quelle luci in lontananza, mi danno la sensazione che il paese intero di Cerqueto sia diventato un grande presepe.

Dopo alcuni minuti, arriva la seconda telefonata con il segnale di spegnere il faro.

La rappresentazione prosegue; poi, alla fine, di nuovo dopo una telefonata, ecco che il  faro si riaccende per illuminare la capanna, la cascata, gli alberi, le rocce, la piazza, le persone.

Il faro resta acceso per diverso tempo, gli spettatori pian piano ripartono ma, lungo la strada, con l’auto, guardando il cielo, avranno sicuramente notato il fascio di luce che unisce i nostri due paesi

Finalmente l’ultima telefonata, il faro si spegne definitivamente.

Ercole De Giorgis

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