“Borghi attivi”

É stato oltremodo gradito l’invito da parte del Presidente della Pro Loco di Cerqueto a compilare il questionario  relativo al progetto “Borghi Attivi – Statuto partecipato dei paesi d’Italia”, a cui ha aderito il nostro comune di Fano Adriano,  insieme ad altri quattro comuni del cratere – Tione degli Abruzzi, Fontecchio, Pescomaggiore (frazione dell’Aquila) e Civitella Casanova e promosso dal  WWF di Teramo,  capofila , e finanziato dall’ACRI – “Emergenza Abruzzo”.

Scopo del questionario è di tracciare  un quadro condiviso sugli aspetti urbanistici, paesaggistici e socio economici, nonché sulle aspettative per lo sviluppo del proprio territorio. Il progetto Borghi attivi, ispirandosi ai metodi del “Village Design Statement” inglese e dello “Statuto dei Luoghi” italiano, mira ad includere i cittadini come soggetti protagonisti  dei borghi in un processo partecipativo.  Sono già avvenuti diversi incontri, in cui anche i cittadini di Cerqueto sono stati chiamati ad esprimersi su diversi argomenti inerenti la propria identità locale. Secondo il progetto, un gruppo di lavoro approfondirà ulteriormente i temi del questionario, che saranno definiti nel corso del mese di maggio. Nell’ambito di una giornata pubblica sono previste attività di studio e laboratori con la popolazione e saranno presentati i primi risultati del lavoro, che rappresenteranno la base di partenza per elaborare le linee guida dello Statuto partecipato dei Luoghi per il territorio di Fano Adriano e di Cerqueto.

Il punto della condivisione, focalizzato dal progetto, mi sembra importante.  Disegnare la propria identità è quanto mai determinante oggi che siamo sempre più proiettati in una dimensione europea, internazionale, planetaria. Il punto è dunque indiscutibile, ne consegue il divenire tutti quanti più consapevoli delle ricchezze del nostro territorio, quelle ereditate dal passato, vicino e lontano, spesso remoto, per studiare insieme come conservarlo, tutelarlo e valorizzarlo al meglio.  Ne consegue, aggiungo anche, la consapevolezza di un patrimonio, che andrebbe meglio difeso, approfondendo anche la ricerca storica, quella archeologica, che può dar luogo a nuove scoperte e sorprese, la ricerca archivistica (di qui l’importanza di conservare bene e rendere fruibili gli archivi, quelli comunali e quelli parrocchiali e vescovili), proseguendo nella ricerca sul dialetto, usi, tradizioni, pubblicando i risultati di tali studi per fare anzitutto circolare le notizie, i dati di fatto, le opportunità, farli conoscere alle generazioni più giovani in modo da accrescere l’orgoglio di essere cittadini di questi borghi antichi, ricchi di storia e di beni culturali, artistici e paesaggistici. Poiché dal passato viene la nostra storia, spesso ancora da raccontare,  solo da lì possono venire i benefici di qualsivoglia futuro, sia esso più orientato a borgo esclusivamente residenziale, sia  esso proiettato verso un turismo di paese, tipico, culturale e non usuale, che si esprime  anche nella scelta di tipologie di alloggio non tradizionali, con una preferenza per le forme di ospitalità sostenibili, diffuse, originali e autoctone, che possono magari coniugarsi anche con arredi e servizi innovativi, di design e tecnologici. Nel mondo attuale  è sicuramente indispensabile riscoprire e rivalorizzare i caratteri dell’identità locale e le sue storiche peculiarità. Non per rinchiudersi in essa, in un passato ormai passato; sarebbe vecchio provincialismo o più propriamente municipalismo ingiallito e infeltrito; ma, al contrario, per stare meglio nel mondo in cui ci troviamo a vivere, per affrontare in modo più consapevole le sfide della nostra epoca, per non finire omologati e annegati in modelli e in stili di vita che ci sono del tutto estranei. Dobbiamo sapere da dove veniamo,  chi siamo e dove vogliamo andare.

Certamente con la pianificazione urbanistica si possono tutelare i beni culturali,  edifici tipici, centri storici, aree archeologicamente interessanti, paesaggi. Ci auguriamo, però, che a questi ennesimi rilievi segua la realizzazione di qualcosa di concreto. Questo mi sembra basilare e di estrema importanza! E’ inutile girare attorno ai problemi, parlarne e riparlarne per decenni, ripeterci sempre le stesse cose.  La parola d’ordine è fare, la cosa più importante è realizzare ciò che è necessario e prima che sia troppo tardi, certo  in modo  responsabile, oculato, partecipativo e condiviso. La situazione attuale  di Cerqueto, completamente diversa da quella di Fano Adriano,  è frutto di disattenzione, insensibilità e trascuratezza perpetrate in modo  crescente nel corso di decenni verso la frazione, secolare cenerentola del sistema comune-frazione, Fano-Cerqueto, da sempre, senza una razionale, non dico equa perché sarebbe troppo,  distribuzione delle risorse.  Gli strumenti urbanistici comunali, finora  adottati, in mano da sempre anche ai rappresentanti cerquetani,  bisogna umilmente riconoscere, che non sono stati finora sempre adeguati.  Il borgo Cerqueto potrà sicuramente venire meglio conservato e quindi meglio utilizzato adesso e in futuro;  però, ci vogliono, prima di tutto, regole più tempestive e precise, regole amministrative che facciano la valutazione ambientale di progetti e programmi che si cerca di realizzare.  A volte basterebbe non lasciar fare, a volte non strafare,  per  non fare danni!  Cerchiamo di evitare lo spettacolo poco consolante di scenari, che non offrono niente di bello da vedere, sia a quelli che  arrivano sia a quanti ci abitano. Siamo costretti ad ammirare,  spesso,  sconcertanti monumenti di ammassi di lamiere arrugginite, di sicuro impatto ambientale, in stridente contrasto con la bellezza del paesaggio che ci circonda, opere pubbliche inutilizzate o costruzioni realizzate con scarsissima attenzione verso i valori del nostro ambiente.

E poi bisogna essere bravi a saper spendere le poche risorse disponibili, stabilendo quelle priorità che non sono prorogabili! E non è stato sempre tra i  compiti prioritari di  una buona amministrazione quello di valorizzare la bellezza del proprio territorio, conservarla e scoprirne le potenzialità ancora inespresse, garantirne la protezione  e contribuire all’adozione e approvazione di piani  adeguati? La bellezza non può essere solo ammirata, per ammirarla bisogna proteggerla e costantemente coltivarla, anche scoprirla e svelarla. Un compito e un’attenzione assolutamente concreti, fattibili e misurabili sempre, al di là di qualsiasi grande spesa e al di là di qualsiasi progetto.

Adina Di Cesare

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