“Cerqueto è fatto a ferro di cavallo”

Una recensione del libro su Cerqueto

“Cerqueto è fatto a ferro di cavallo ” (L’attività di Don Nicola Jobbi in un paese montano dell’Appennino centrale (1963-1984) a cura di Gianfranco Spitilli, Ricerche&Redazioni, Teramo, 2009) è’ un viaggio nella storia  collettiva e  nelle storie dei singoli di quella Cerqueto  degli anni ’60- ’70, ben impresse nella memoria di molti di noi,  anni  di radicali  cambiamenti culturali e sociali anche nel microcosmo di Cerqueto, cambiamenti  promossi, testimoniati e documentati dalla intensa attività di Don Nicola Jobbi.

Il libro ha una scansione percettiva, parte dall’osservazione concreta di quanto è sotto gli occhi di tutti,  analizza la  cospicua e vasta attività  di Don Nicola a Cerqueto, ne ricostruisce i nessi profondi  per arrivare  ad una narrazione ben strutturata che ripropone quasi esattamente le varie fasi di tutta l’attività del parroco, dall’inizio, al suo sviluppo, all’apice, all’epilogo. E poi la narrazione coinvolge il lettore perché ripropone  la stessa indagine di tipo empirico “sul campo” del protagonista, con un cospicuo  corredo di note, interviste,  testimonianze per una parte non trascurabile  del volume.

L’autore  e narratore del racconto, Gianfranco Spitilli entra nell’archivio e nella vita di Don Nicola Iobbi e cerca di coglierne i particolari  utili per capire  dinamiche e atteggiamenti. Con  capacità dialogica e introspettiva, l’autore  mette in relazione il dentro e il fuori del parroco indigeno tra i cerquetani  e relaziona questo mondo  con il mondo esterno. La mole di dati che emerge in superficie  testimonia un modo attento, colto e riflessivo di fare indagine antropologica ed una sensibilità e una cultura specifica di sicuro rilievo.

Il testo,  caratterizzato da un’impronta scientifica,  ha il merito ulteriore di dialogare  e di completarsi con il testo sonoro attraverso  il CD di Marco Magistrali nel tentativo di elaborare una efficace ed egualitaria interazione tra parola scritta, testimonianze e materiale sonoro. Sul terreno egli non vede economie  ma gente che si incontra, parla,  combatte, si scambia oggetti, produce, costruisce,  si organizza, vive.

Per noi cerquetani il  libro “Cerqueto è fatto a ferro di cavallo”  è una ulteriore spinta verso il nostro  luogo di origine, verso il nostro paese, verso i nostri affetti, verso la nostra  storia, spinta che consente di non sentirsi senza radici  e senza casa, senza appartenenza. In questo senso costituisce una delle risposte al sentimento di amore verso la propria terra e allo stesso tempo ci fa riflettere sulla nostra condizione e sulla nostra tradizione rendendoci consapevoli del nostro tempo.  E’  una forma specifica del rapporto con il passato e con la storia che è l’unico modo di trasmettere la memoria e  di affrontare il futuro.

Adina Di Cesare

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