GPL o metano?

Il serbatio del GPL alla variante di CerquetoVerso la fine del mese di giugno, il sindaco ha tenuto al circolo una piccola riunione aperta a tutti, con lo scopo di illustrare ai cittadini la possibilità di passare dalla fornitura di energia tramite gas GPL a quella tramite gas metano, notoriamente più conveniente del primo.  La possibilità è offerta dal fatto che nel 2013 è scaduta la convenzione con la Vulcangas, l’azienda di Rimini con filiale a  Basciano. La vulcangas realizzò nel 1993 le reti di distribuzione del gas a Cerqueto e a Fano Adriano. L’estensione della rete a Cerqueto non comprese il rione Castello per il fatto che, a detta dell’azienda, il valore della pressione era insufficiente a vincere il dislivello tra il serbatoio, collocato alla variante, e il rione stesso. Si voleva ovviare con un ulteriore piccolo serbatoio collocato sopra il Castello o con serbatoi singoli per ogni famiglia, ma alla fine non fu fatta né una cosa né l’altra.Cosa questa poco giustificabile allorché si rilascia una concessione pubblica. Rimane il sospetto che portare la rete fino al Castello e distribuirla poi all’interno, fu ritenuto poco conveniente dall’azienda e, pur facendo un pò di melina, la questione fu lasciata pian piano cadere.

Comunque sia, ora la convenzione, che concedeva alla società la gestione dell’impianto per 20 anni, è scaduta ed il Comune è diventato di nuovo arbitro indipendente della situazione e può quindi liberamente valutare sul mercato quali siano le migliori opportunità che esso offre. Può rinnovare il contratto, scegliendone anche la durata, con la vulcangas o risolverlo e affidarsi ad altre aziende ritenute più convenienti. 

Ad onor del vero, dobbiamo dire che in questi anni la vulcangas si è comportata in maniera abbastanza soddisfacente,  non si sono praticamente verificate interruzioni nel servizio e i cittadini (a parte quelli del rione Castello) non hanno più dovuto preoccuparsi del ricambio delle bombole vuote o del ricarico dei serbatoi privati, come avveniva in precedenza .

Ad ogni modo è giusto e doveroso cercare altre soluzioni che potrebbero migliorare la situazione e procurare risparmio.

In questa fase di scelta, si è quindi inserita un’azienda della provincia di Terni (la Metano Mobile s.r.l.) che ha proposto il passaggio dal GPL al metano, con la possibilità di poter lasciare invariata la rete di distribuzione, cioè tutti i tubi che dal serbatoio pervengono presso ogni singola casa dotata di allaccio GPL.  

La possibilità sembra ovviamente molto allettante se si pensa che il metano, considerati tutti i fattori in campo,  determina un risparmio pari a circa un terzo rispetto al GPL.

 Inoltre il metano, essendo più leggero dell’aria, è meno pericoloso del GPL nel caso di perdite. Il GPL infatti, più pesante dell’aria, tende a concentrarsi in basso e nelle cavità o nelle cantine mentre il metano tende a disperdersi e ad uscire dalle finestre e dalle aperture di aerazione posizionate, per questo motivo, in alto. E’ molto più facile quindi che il GPL saturi l’ambiente o una zona di esso e che un innesco possa provocare la sua esplosione. Nei siti di stoccaggio, di contro, il metano è più pericoloso del GPL, perchè si trova a pressione molto più alta.

Secondo la Metano Mobile, il metano verrebbe stoccato in serbatoi collocati fuori dal centro abitato e riforniti con continuità dalle autocisterne. Per adattare completamente la rete all’erogazione del gas bisogna cambiare i contatori  e gli ugelli di stufe e caldaie. Questi sono lavori a carico del cliente ed il contatore costa circa 400 euro. Bisogna inoltre cambiare la posizione delle bocchette di aerazione, spostandole dal basso verso l’alto per il motivo detto in precedenza relativo alle diverse densità dei due gas.

Tenendo però presente che il con il metano si risparmia circa il 25-30% rispetto al GPL, le spese appena accennate verrebbero ammortizzate quasi nell’arco di un anno, almeno per i residenti effettivi. La convenienza di passare al metano rimane quindi valida.

Qualche perplessità nasce dal fatto che fino ad ora non si era mai sentito parlare di distribuzione del gas metano stoccato in serbatoi. Si tratta quindi di una nuova tecnica.

Il metano, come sappiamo,  è un gas naturale ricavato direttamente dal sottosuolo ed è il più semplice degli idrocarburi, avendo una molecola formata da un atomo di carbonio e quattro di idrogeno (CH4), mentre il GPL (Gas di Petrolio Liquido) è costituito da una miscela di idrocarburi  e deriva in massima parte dai processi di raffinazione del petrolio.

La differenza tra i due gas, relativamente ai nostri scopi, è che il GPL, pur essendo un gas a temperatura ambiente e pressione atmosferica, viene facilmente liquefatto mediante piccole  compressioni (4÷8 atm) ed il volume si riduce di circa 250 volte rispetto allo stato gassoso, per cui è possibile accumulare energia in recipienti di dimensioni limitate.  Il metano è invece un gas che, almeno con la tecnica tradizionale, va sottoposto a pressioni molto più elevate se si vuole stiparlo in un recipiente (circa 200 atm). A parità di dimensioni del recipiente, l’energia che si riesce ad accumulare col metano è tre volte più piccola di quella del GPL o inversamente, occorre un recipiente tre volte più grande per ottenere la stessa quantità di energia che si ottiene col GPL. Questa è una cosa che conosce chiunque sia stato proprietario di una macchina a GPL o a metano. Ad esempio una bombola da 30 litri di volume ha circa 15 kg di gas GPL e solo 4,5 kg di metano. Nel primo caso la bombola è sottoposta ad una pressione di circa 8 atmosfere, nel secondo ad una pressione di 200 atm e quindi ha pareti molto più spesse.

Per accumulare grandi quantità di energia col metano tramite i serbatoi,  questi devono essere molto più grandi e molto più resistenti di quelli contenenti GPL. Oppure il rifornimento deve essere molto più assiduo. Per tale motivo ancora non ci sono autotreni o autobus ed altri mezzi di grande stazza, alimentati a metano.

Ed ecco perché il metano per uso civico viene normalmente distribuito attraverso i metanodotti (dalla sorgente, o dai rigassificatori, al consumatore) e lo stesso si fa per i distributori di metano per autotrazione, che vengono direttamente riforniti dalla rete.

In questi ultimi anni  si è sviluppata una nuova e promettente tecnica sulla falsa riga di quella utilizzata per le navi metaniere, che utilizza il metano allo stato liquido, chiamato in italiano GNL (Gas Naturale Liquefatto) conservato in speciali serbatoi (serbatoi criogenici isolati sottovuoto), i quali possono servire sia per uso domestico che per l’autotrazione. Per ottenere metano liquido, bisogna prima raffreddarlo alla temperatura di -162 °C a pressione atmosferica. In seguito può essere stipato in bassa pressione nei serbatoi criogenici e reso così trasportabile. In questo stato il metano liquido diventa 600 volte più denso del metano gassoso a pressione atmosferica e tre volte più denso del metano allo stato gassoso a 200 atm. Si recupera quindi completamente il divario energetico e di volume che si aveva col gas GPL.

Probabilmente la società Metano Mobile utilizzerà questa tecnica, le cui applicazioni pratiche sono per ora limitate, ma in via di crescente sviluppo. Probabilmente perché, almeno noi, non sappiamo ancora  quale sarà la scelta della suddetta società.  

Nella riunione sopra ricordata ogni decisione è stata rinviata a quando si riuscirà a conoscere e a meglio comprendere il metodo utilizzato e quali sono le garanzie offerte dalla società coinvolta. E’ chiaro comunque come questa sia una proposta molto interessante a cui dedicare tutta l’attenzione  possibile.

Nel corso della stessa riunione, il sindaco,  ricordando che il nostro Comune è l’unico della provincia ad essere riuscito fino ad oggi a mantenere la proprietà dell’acquedotto e quindi ad evitare l’uso dei contatori, ha  comunicato che molto probabilmente il Comune sarà comunque costretto a rivedere la bolletta dell’acqua nel senso di un aumento della tassa annuale. Le  spese generali per il mantenimento dell’acquedotto superano infatti l’incasso. La stessa bella novità riguarderà la tassa sui rifiuti.

Angelo Mastrodascio

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