La bbona vlangë

bbona vlangë La buona bilancia, una  patto antico  che si consumava tra l’anno, terminato da poco, e l’anno  appena iniziato.  La sera del 31 Dicembre si cuoceva il granturco  a la  callarë. Il granturco “nostrano” impiegava circa tre ore per cuocere e la fiamma doveva sempre essere “allegra”. Non solo veniva consumato dai componenti la famiglia, ma una parte veniva data ai bambini per la bbona vlangë. La mattina del 1 Gennaio i bambini  andavano  casa per casa a ricevere il regalo dell’anno nuovo.  Statètë attëntë a lu jaccë, “Attenti al ghiaccio!” si raccomandava mentre si preparava la bbona vlangë per gli altri bambini con l’aggiunta dei “cappelletti americani”, dei cioccolatini squisiti,  e qualche mandarino. Le caramelle erano  merce rara.

criscë ‘mbraccë Augurio che si fa ad un bambino in braccio alla mamma. La mamma risponde:  Criscë benë, la risposta è un progetto di vita. Cresci santo e benedetto è un augurio simile a criscë ‘mbraccë

mënnëjmë Un insieme di stracci ben stretti legati a un lungo bastone con delle corde era detto,  come il mocio vileda, suo erede diretto.  Era la scopa che puliva il forno in modo tale che le pagnotte uscissero belle, croccanti e senza carboncini attaccati. Prima di usarlo lu mënnëjmë, si bagnava, si strizzava bene e, dopo aver raccolto le braci con un rastrelletto di ferro e averle ammucchiate da una parte, si passava sul pavimento del forno. “Che fatica e che caldo cuocere il pane ad Agosto! Ma che profumo!”. Nu mënnëjmë de fornë vestito brutto. Quand’è bruttë quellë nghë chë lu nu mënnëjmë de fornë!

mantëjmë Striscia di panno, bianca e molto lunga che aveva la larghezza della tavola  dove si poggiava il pane prima di essere infornato. Questo panno di accë e cuttaunë, cioè di canapa e cotone, tessuto spesso da telai costruiti a casa, mi fa tornare alla memoria un mondo di miti e di riti ancestrali, di cui era intessuta la vita contadina, ricca di sogni, speranze, fatiche e colori.   Lu manteumë blanchë copriva Cerqueto per molti mesi  Mittëtë sottë lu mantëjmë dë la Madonnë. Che bel consiglio! Ha ammantate lu mantëjmë  dë mezzanottë, ha commesso una brutta azione. Li mantëjmë dë la Madonnë, da quello azzurro trapuntato di stelle della Madonna del Rosario, come i nostri cieli sereni, a quello dell’Addollorata, a quello dipinto da Salvador Dalì  della madonna di Guadalupe, trapuntato di angeli, mi fanno pensare alla sacralità dell’essere umano e a qualcuno che lassù ci ama.

munnà Mondare, pulire, spazzare. Munnà lu ranë Ripulire il grano, togliere dal campo di grano le erbacce che crescevano insieme alle piantine. Lavoro difficile e faticoso ben (remunerato) ricompensato dalle spighe dorate che scintillavano ai raggi infuocati di “zi’ ruscë”, il sole. Munnë la casë e munnalë mò! Pulisci la casa e puliscila subito! E’ l’ordine che il marito impartisce alla moglie bisbetica nella canzoncina “Lu juornë dë Carnevalë”.

papalojë – arrtratë ‘ mpapalojë”:  “E’ rientrato nelle grazie del papa, nelle grazie di qualcuno”.

splanotë Focaccia schiacciata a mano o con il matterello

Rema Di Matteo

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