“La Natività”, genuinamente popolare, di Annunziata Scipione

" Natività" di Annunziata Scipione - Olio su tela 40x30 cm, opera realizzata per il Presepe Vivente di Cerqueto 2015Il dipinto, realizzato quest’anno per il manifesto della 49a edizione del presepe vivente di Cerqueto, è dell’artista Annunziata Scipione, novantaduenne  di Azzinano (Tossicia),  che, nonostante la veneranda età, trova ancora la volontà e la forza di rendere percepibile quello che la sua creatività e sensibilità  le suggerisce.
La pittrice non è una novità per le manifestazioni artistiche cerquetane. Già nel 200….. aveva onorato il Presepe Vivente di Cerqueto con un’altra sua opera e nel lontano 1974 aveva partecipato alla 9a Estemporanea di Pittura di Cerqueto  ricevendo il secondo premio.

Nella messa in scena dell’opera realizzata quest’anno, la pittrice di Azzinano si affida all’arte prettamente popolare e presepiale, o meglio all’espressione puramente naïf ,  e genuinamente riproduce la Sacra Famiglia  ambientandola proprio nella grotta di Cerqueto, utilizzata da diversi anni per la rappresentazione, completa di tutti i suoi elementi: l’asino, il bue gli angeli, perfino l’arredo. Nell’ arte presepiale di tutte le latitudini l’impianto iconografico presenta sempre il Bambinello in una mangiatoia posta tra Maria e Giuseppe. L’utilizzo di un impianto  di stampo essenzialmente locale risulta sicuramente efficace, pur se strutturalmente e dal punto di vista cromatico gli elementi della composizione risultano approssimativi.

La novità della illustrazione, frutto esclusivo della creatività della pittrice,  è l’atteggiamento di Giuseppe che sorregge con la mano il capo di Gesù Bambino, in modo del tutto atipico e inconsueto. Questa risoluzione compositiva, nell’arte presepiale , potrebbe essere considerata una novità in quanto in genere è Maria che sorregge Gesù Bambino. Come afferma il maestro Vito Giovannelli, da me interpellato:  “Il tessuto morfologico del quadro è totalmente e integralmente rispondente  alla sensibilità  postmoderna. L’impianto figurativo della Sacra Famiglia, inventato completamente dalla ultranovantenne pittrice teramana Annunziata Scipione, cerca nuovi orizzonti compositivi facendo leva,  soprattutto,  sull’espressione  naif settore nel quale da diversi decenni si colloca degnamente la sua espressione figurativa e tutta la sua produzione artistica”.

 I  giochi di colore, di cui i quadri di tutta la sua produzione artistica sono stracolmi, prendono sempre ispirazione dalla cultura popolare  e riescono a testimoniare una parte imprescindibile del proprio vissuto: il mondo popolare e contadino, la vita delle compagne nel nostro territorio, il duro lavoro dei campi,  la laboriosità contadina, tutti elementi che hanno segnato la sua giovane età, vissuta a contatto diretto con la natura.

Tutte le sue opere esprimono la semplicità e popolarità del suo animo. I ricordi, che popolano tutti i suoi lavori, non sono però colorati di nostalgia, come afferma la stessa artista: “La vita in questi ultimi tempi, come sappiamo tutti, è peggiorata. Ma noi, in passato, non eravamo felici. Lo eravamo quando si giocava, sì. Ma in campagna io non ero contenta. Andavo con le pecore. Mio fratello era in guerra. Si lavorava tanto. Ricordo per esempio che per andare a prendere l’acqua si doveva fare tanta strada …  Ricordare quel periodo è bello, si ricorda la gioventù, ma la vita non era facile[i]. E la pittrice non è affatto in contrasto con le sue vive rievocazioni ,  la sua è una poetica  conciliante e  i suoi occhi ci offrono una visione serena, pacata e pienamente consapevole della vita, in piena sintonia con la natura, le sue leggi,  il calendario dei lavori agricoli e pastorali, il ciclo vitale, la bellezza e la freschezza della giovinezza nonostante le fatiche.

Davanti ai suoi dipinti  molto spesso scattano  anche i nostri ricordi, si rivivono momenti  del nostro passato dimenticato, quasi svanito, seppur non molto lontano. Toniamo ad essere tutti un po’ bambini di fronte ai quadri dell’artista Annunziata Scipione;  riusciamo tutti a conservare lo sguardo limpido, innocente e scanzonato dell’infanzia e  penetrare le atmosfere  dei suoi dipinti sospese e sognanti,  quasi fossimo proiettati fuori dal tempo, in una dimensione irreale. La pittrice  si tuffa spontaneamente,  in nessun modo mediato, in un mondo quasi irreale, senza regole, proporzioni o prospettive da seguire, lontano dagli schemi  figurativi accademici.

Alla pittrice  viene riconosciuto il ruolo di chi ha messo in pratica l’idea che l’arte si può esercitare liberamente, fuori dal condizionamento del mercato e in piena libertà individuale, anche  ignorando  l’impianto  morfologico anatomico e somatico.

Per  noi moderni , che abbiamo perso la capacità  di stupirci di fronte a tutto ciò che ci circonda, l’opera di Annunziata Scipione rappresenta un invito alla umiltà, la necessità di farsi piccoli, umiliarsi davanti alla realtà. Sarebbe auspicabile che non perdessimo  interamente lo stupore davanti al mondo che possedevamo negli anni della fanciullezza, che sapessimo conservare nel nostro sguardo  almeno un poco di quella meraviglia, tipica dell’infanzia. Perché il mondo in cui viviamo è veramente un luogo magico, ove i confini del possibile non sono mai tracciati in modo definitivo e perché intorno a noi c’è un  grande mistero, che merita d essere ascoltato.

[i] Intevista  pubblicata  in   storieabruzzesi.it    (giugno 2013)

Sitografia

http://www.storieabruzzesi.it/?s=annunziata+scipione&submit=Vai
http://www.imuriraccontano.it/scipione.php
http://www.cmgransasso.it/centrodocumentale/le_popolazioni/annunziata_scipione/la_vita.htm
Bibliografia
L’arte naif di Annunziata Scipione” di Padre Natale Cavatassi e Giammario Sgattoni pubblicato da Edigrafital

Adina Di Cesare

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