Le carrozze senza cavalli


“Verrà un’epoca in cui le carrozze cammineranno senza cavalli e gli uomini voleranno nell’aria come uccelli. Saranno costruite sbarre di ferro e mostri di ferro latreranno attraverso le radure. E tutte le terre saranno  ricoperte di fili. Il mondo diventerà irriconoscibile.

L’apparenza della gente cambierà e sarà impossibile distinguere gli uomini dalle donne per via della loro mancanza di pudore nel vestire.La fede religiosa scomparirà quasi del tutto; i religiosi non meriteranno più alcun rispetto per via della loro condotta. I comandamenti di Dio non saranno più rispettati, né dagli aristocratici né dal più umile dei lavoratori.

Non si considereranno come peccato nemmeno le più grandi delle ingiustizie. La giustizia non sarà più presa in considerazione; spesso il povero verrà sfruttato e sarà meno rispettato di un cane.  Le persone diventeranno egoiste, non più disponibili all’aiuto del prossimo”.

Erano gli anni intorno al 1815 e questo , più o meno,  era quello che   Bursittë,  seduto davanti la sua casa a Cerqueto, quella dei Barüzzë, leggeva da un misterioso libro, entusiasmando e allo stesso tempo sbalordendo tutti i cerquetani. Era un libro di profezie che Bursittë aveva sempre con sé e dal quale non si separava quasi mai. Non si sa bene se il libro riguardasse le profezie di Stormberger, o si trattasse del popolare  Monarca, ma questo poco importa.  Come   è stato  tramandato da una generazione all’altra e riportato a noi dai nostri nonni e dai nostri padri, quello che leggeva Bursittë  ha sempre affascinato tutti e in modo particolare i cerquetani di quel primo 800 che, incuriositi,  ascoltavano increduli e meravigliati.

Era impossibile che le carrozze potessero muoversi senza la forza  trainante dei cavalli o dei muli.  Le stesse carrozze facevano parte di un mondo molto lontano dalle stradine tortuose, irte e ineguali  di  Cerqueto. Le carrozze senza traino erano poi  inconcepibili! E la ferrovia e il volo dovevano sembrare pura fantascienza.  Certo già intorno al 1400 il famoso Leonardo da Vinci aveva progettato il concetto di automobile e nel 1500 si erano verificati diversi tentativi di costruire vetture meccaniche mosse da complicati meccanismi azionati da uomini nascosti. Nel 1700 era stata costruita la macchina a vapore,  le macchine su rotaia di ferro già figuravano in Europa e nel 1804 veniva usata per la prima volta una locomotiva a vapore. E sempre Leonardo da Vinci aveva studiato  il volo, lasciando più di 100 disegni che illustrano le sue teorie. I fratelli Montgolfier avevano inventato con successo il primo pallone ad aria calda, e il primo volo con equipaggio si era verificato nel 1782, molto anni prima della previsione fatta da Stormberger.

Tutto questo era completamente sconosciuto ai cerquetani. All’epoca nessuno aveva la possibilità di informarsi, di leggere e si era all’oscuro di tutto ed era così per la stragrande maggioranza della gente.  I libri non erano necessari neanche per i Re, bastava loro l’ispirazione divina! Il Re d’Italia,Vittorio Emanuele II, si vantava di non aver mai letto un libro e anche suo figlio Umberto.

Nell’800 la stampa iniziava, comunque, ad avere una certa diffusione, le idee nuove cominciavano a circolare seppure con grande difficoltà anche tra le classi più umili e rischiavano di raggiungere, seppure sotto mentite spoglie di profezie, anche i paesi nascosti tra le montagne abruzzesi come Cerqueto.

Ma come era approdato a Cerqueto un libro nei primi anni dell’800?    Il “barone” aveva portato Bursittë  all’estero. Lo aveva prelevato da Cerqueto quando era ancora molto giovane a bordo di un cavallo, lo aveva istruito insegnandogli a leggere e scrivere. Dopo diversi anni Bursittë si era ritirato a Cerqueto. Capitava che  i ragazzi venivano presi e portati via dal barone di turno e capitava pure che non facessero più ritorno. Picchiulittë, ad esempio, partito anch’egli con il “barone” verso il 1885, si era stabilito a Monaco di Baviera,  si era sposato con una ricca donna della città, meravigliando i suoi parenti, quando andarono a trovarlo dopo diversi anni, sia per la sua posizione sia per il suo stile di vita completamente modificato.

Così  Bursittë, tornato a Cerqueto, era diventato un divertimento e uno stimolo a curiosare e fantasticare per i cerquetani che si organizzavano a gruppetti per andare a sentire quello che leggeva dal libro, tra incredulità e risate senza fine.  Per molti cerquetani egli  era un pazzo in preda al delirio e alla più insana immaginazione, era  colui che prospettava un futuro  incomprensibile e oscuro, enigmatico e inquietante ma  alla stesso tempo pieno di fascino.

E un  fascino misterioso e oscuro doveva avere lo stesso libro, per chi non sapeva leggere e scrivere. Solo  qualcuno, tra camerlenghi e massari, durante la lunga vita  di Cerqueto come università agricola,  riusciva con fatica ad apporre la propria firma. La stesura dei documenti era riservata al cancelliere o scribente. La scuola  era un corpo estraneo al Regno, gestita dagli enti ecclesiastici o privati ed era  riservata a pochi privilegiati, che non erano certo i cerquetani. Sono i francesi che, durante il decennio del dominio nel Regno di Napoli, antecedente la Restaurazione del 1815,  introducono il concetto di istruzione pubblica. E con un decreto del 1814 stabiliscono a Teramo un Collegio, quello che diventerà successivamente il futuro Liceo Melchiorre Delfico. L’art. 4 di questo decreto indica la dotazione patrimoniale atta a finanziare tutte le spese di esercizio del Collegio. Tale dotazione era costituita dai beni “addetti alla pubblica istruzione nei comuni di Bellante, di Nereto, e Campli”; dalla corresponsione di una somma da parte dell’Ospizio di S. Andrea di Atri “per lo stesso oggetto”; dalle somme che a decorrere dal 1.1.1814 dovevano essere erogate ogni anno dai comuni del Distretto di Teramo nel seguente modo: Teramo per lire 1000; Atri e ville per lire 500; Cellino per lire 300; Colonnella per lire 396; Pietracamela, Cerqueto, Fano Troyano e Intermesoli (all’ epoca riuniti sotto lo stesso Comune) per lire 300; Civitella del Tronto per lire 100 (per un ammontare complessivo di lire 2596). A questi beni erano da aggiungersi i censi dei Reali Demani e i proventi ricavati dalle rette pagate dai convittori (con l’eccezione di quelli che erano esentati).

L’accesso al Collegio era sicuramente riservato a qualche privilegiato e certamente a coloro che già sapevano leggere e scrivere ed avevano una istruzione primaria oltre al fatto che potevano  pagare la retta. Certamente i cerquetani non erano tra questi,  per  accedere al Liceo hanno dovuto attendere più di un secolo e mezzo! Ma allora perché coinvolgere nel finanziamento gli esclusi in partenza? Incomprensione e mistero che contiene tutto il fascino oscuro dell’incredibile!  Un tempo perduto che va ritrovato e recuperato per pensare e riflettere sul proprio passato.

Solo nel 1877 con la legge Coppino viene fatto un timido passo verso la scuola elementare obbligatoria per tutti pur con i limiti del ministro Baccelli,  che nel 1894 sulla nuova riforma della scuola così si esprimeva nel suo preambolo: “… bisogna insegnare solo a leggere e a scrivere, bisogna istruire il popolo quanto basta, insegnare la storia con una sana impostazione nazionalistica, e ridurre tutte le scienze in una sola materie sotto un’unica materia di “nozioni varie” senza nessuna precisa indicazione programmatica  o di testi, lasciando spazio all’iniziativa del maestro e rivalutando il più nobile degli antichi insegnamenti quello dell’educazione domestica e mettere da parte infine l’anti-dogmatismo, l’educazione al dubbio e alla critica, insomma a far solo leggere e scrivere altrimenti sono guai…”

Nel 1866 nel comune di Fano Adriano era stata già istituita la scuola elementare pubblica a cura del Regio Ispettore Scolastico della provincia. Qualche tentativo di fare scuola c’era stato anche in precedenza per iniziativa del Comune. Ma erano veramente pochissimi i bambini che da Cerqueto si recavano a Fano Adriano per seguire qualche lezione. Andare a scuola era un lusso che i cerquetani non si potevano permettere perché troppo impegnati nei lavori agricoli e pastorali, indispensabili alla sopravvivenza.  Qualcuno riusciva in qualche modo ad imparare i rudimenti della scrittura e della lettura e poi si recava a Fano per l’esame di compimento,  veniva così prosciolto dall’obbligo scolastico. Sicuramente nel 1903 esistevano anche a Cerqueto le prime tre classi elementari sotto la guida della maestra Pasquarosa Luzi. Tra gli insegnanti che si sono succeduti a Cerqueto per i primi decenni di scuola, ci sono stati Rodolfo Impronta, Graziella Scorzetti fino ad arrivare a  Consolina de Federiciis, la maestra vecchia, come veniva affettuosamente chiamata da tutti i Cerquetani, colei che ha istruito tutti i nostri padri  per più di trent’anni dai primi anni ’20 fino alla fine degli anni ’50.
Poi i tempi sono notevolmente cambiati a partire dalla generazione degli anni ’50! Con il collegamento di Cerqueto alla S.S. 80, certamente in ritardo rispetto a tutta la zona circostante, si è aperta anche la strada dell’istruzione secondaria, si poteva raggiungere Montorio e Teramo, seppur con qualche sacrificio.  Un ritardo importante quello dell’accesso all’istruzione, una barriera che non può non aver caratterizzato, nel bene e nel male,  anche le generazioni successive.

Decreto per lo stabilimento di un collegio a Teramo

Adina Di Cesare

Lascia un commento