Le sorgenti comuni della fede

Quando due anni fa ho visto il presepe vivente di Cerqueto, pensavo si trattasse di una rappresentazione simile a quelle che siamo abituati a vedere in TV sotto le feste natalizie, cioè con le solite scene in cui viene riprodotto, con più o meno fantasia, l’ambiente dove nacque Gesù. Chiedendo poi della strada per arrivare a Cerqueto, mi dissero che era dopo Montorio, ma nulla mi fu  riferito sul fatto che Cerqueto è un paesino in montagna e che lassù un nordafricano come me, abituato a ben altre temperature, doveva andare ben coperto.  Così sono partito impreparato per la sorpresa che mi aspettava.

In effetti,  sono stato accolto da un freddo così aggressivo che, nei primi cinque minuti dopo il mio arrivo, mi si sono quasi congelati piedi, mani, orecchie e naso, senza parlare poi della testa. Guardando attorno, ho notato che tutte le persone presenti erano super attrezzate per difendersi dal freddo. Ciononostante, ho insistito nel rimanere lì a guardare, muovendomi di continuo, occhi puntati verso la parete della montagne sede dello spettacolo.  La mia insistenza fu subito appagata appena ebbe inizio l’esibizione. Era veramente di una bellezza e originalità straordinarie, non ho visto il classico presepe ma bensì un vero e proprio capolavoro eseguito con gran maestria e diligenza. Gli organizzatori hanno saputo coniugare la dolcezza del racconto biblico con l’esibizione artistica abbellita ancor di più grazie all’apporto della tecnologia moderna. Da spettatore musulmano molti passaggi visti quella sera mi hanno ricordato eventi già studiati nell’Islam e quindi facilmente condivisibili. A un certo momento, mentre seguivo, ho avuto l’impressione che qualcuno mi stesse leggendo dei versetti del Corano; inizio della creazione dell’Universo, di Adamo ed Eva, dei loro primi figli, il patriarca Abramo, per poi arrivare alla nascita miracolosa del bambin Gesù.

Veniamo ora all’evento attorno al quale è incentrato, non solo il presepe vivente di Cerqueto, ma tutto il clima particolare del periodo natalizio:  la nascita di Gesù. Purtroppo l’opinione pubblica, non solo italiana ma quella occidentale in generale, viene bombardata da notizie e concetti criminalizzanti Islam e musulmani. Il tutto può far pensare che Cristianesimo ed Islam viaggiano su due binari antiparalleli e che è impossibile trovare dei punti d’incontro tra i due credi. Ad esempio non vengono mai accesi i riflettori sui 19 versetti del Corano che parlano di Gesù.  Sono invece 34 i passaggi dove viene menzionata Maria, la madre di Gesù. Ella è considerata per i musulmani un perfetto esempio di devozione, e di vera sottomissione alla volontà di Dio. Non solo, Maria è l’unica donna citata per nome nel Corano, e tra le 114 Sure (capitoli) che lo compongono, uno è addirittura intitolato “Maria”. Nel mondo islamico, uno dei nomi più usati per le donne è “Mariam” e che, in arabo si riferisce appunto a Maria. Questo, per noi musulmani, significa che mai nessuna donna raggiungerebbe livelli così alti di vicinanza a Dio, per cui è veramente degna di un profondo rispetto nonché di una viva stima. È il Corano che ci lo insegna quando dice: < In verità, o Maria, Dio ti ha eletta; ti ha purificata ed eletta tra tutte le donne del mondo> (3-42) elezione che la vuole preparare per l’evento di cui parla sempre il Corano nei versetti successivi: <Quando gli angeli dissero: ” O Maria, Dio ti annuncia la lieta novella di una Parola da Lui proveniente: il suo nome è il Messia, Gesù figlio di Maria, eminente in questo mondo e nell’Altro, uno dei più vicini. Dalla culla parlerà alle genti e nella sua età adulta sarà tra gli uomini devoti> (3,45-46). Nell’episodio successivo Maria domanda e subito le arriva la risposta dall’angelo: <Ella disse: “Come potrei  avere un bambino se mai un uomo mi ha toccata?” Disse: “E’ così che Dio crea ciò che vuole: quando decide una cosa dice solo “Sii” ed essa è”>

La nascita miracolosa di Gesù è stata un gran segno per gli uomini e una misericordia da parte di Dio. Egli è il Messia atteso che, ancora infante nella culla, parlò chiaramente per difendere sua madre quando fu calunniata dalla sua gente, e per annunciare parte della sua missione. Dice il Corano nel capitolo dedicato a Maria: in verità  sono un servo di Dio. Mi ha dato la Scrittura [Vangelo] e ha fatto di me un profeta. Mi ha benedetto ovunque sia e mi ha imposto l’orazione e la decima finché avrò vita, e la bontà verso colei che mi ha generato. Non mi ha fatto né violento né miserabile.”

Insomma, come pare chiaro dai pochi versetti del sacro Corano citati fin qui, i musulmani non si sono inventati una nuova religione, ma professano una fede che ha radici profonde nella storia, e che ha uno stretto legame coi messaggi che il Buon Dio ha voluto far pervenire a tutti gli uomini per mezzo dei suoi profeti. Se per Islam si intende anche totale sottomissione alla Volontà di Dio, è quella sottomissione che ci viene raccomandata. Nel Corano leggiamo: <Dite: “Crediamo in Dio e in quello che è stato fatto scendere su di noi e in quello che è stato fatto scendere su Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe e sulle Tribù, e in quello che è stato dato a Mosé e a Gesù e in tutto quello che è stato dato ai Profeti da parte del loro Signore, non facciamo differenza alcuna tra di loro e a Lui siamo sottomessi”. (2, 136)

Mustapha Baztami (Comunità Islamica Abruzzese)

 

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