L’indovino a Cerqueto

Nel 1928 accadde  a Cerqueto un fatto abbastanza insolito. In  una bella e luminosa giornata di luglio il paese si anima alla notizia che è arrivato l’indovino.  Curiosità, stupore, un passaparola immediato …. la strada principale del paese si riempie di gente e dagli usci delle case escono donne e bambini attaccati con le manine ai ” ‘uarnielle ” – le lunghe gonne colorate – delle loro mamme. Tutti, festosi ed emozionati  per l’evento insolito,  vanno verso un’unica direzione e cercano di sapere come possono approfittare della singolare opportunità.
Fin dai primi albori della civiltà e per millenni sono stati numerosissimi gli esempi di uso e pratiche di divinazione e hannorappresentato le più vivide interpretazioni della vita di tutti i giorni. La divinazione scaturiva dalla profonda convinzione che le cose del mondo fossero associate e si muovessero contemporaneamente. Anche se bandite dalla scienza e dalla Chiesa cattolica, tuttavia, parecchie tradizioni pagane dell’antichità, fra cui le pratiche magiche e il ricorso agli indovini, hanno resistito tenacemente e hanno continuato a prosperare fra la gente comune e non, più o meno sprovveduta.

Contattare l’indovino significava soddisfare il desiderio di conoscere il proprio futuro, quello dei propri cari, soddisfare le attese: quella delle persone care, di una chiamata importante, l’arrivo della dea bendata. A Cerqueto c’erano, poi, molti emigrati negli Stati Uniti, in Canada e in altre parti del mondo ed era abbastanza naturale porsi domande, esorcizzare le ansie, le paure e le preoccupazioni. Interpellare l’indovino significava anche tentare di risolvere i problemi quotidiani.

L’indovino che arriva a Cerqueto  è un uomo sulla sessantina, paffutello, occhi a palla ma vivaci e profondi, guance rossicce e capelli crespi e brizzolati. Indossa pantaloni di velluto e camicia a quadri, sopra un gilet (abbigliamento “fresco” considerato che siamo a luglio inoltrato!). Alloggia in una casa privata, di proprietà della signora detta “La Pampanella”. Il suo soggiorno a Cerqueto sarà di qualche giorno e  si sposterà da un rione all’altro per facilitare l’incontro con le persone.

Al rione Piano svolge la sua attività davanti al piazzale della nostra casa.   L’indovino è anche un detective “sui generis” ,  con le sue abilità magiche riesce a risolvere casi di piccoli furti e  controversie varie.

Mia nonna Isolina,  detta l’Americana  perché vissuta in America per tanti anni, va anche lei a chiedere aiuto al Signor Mago. Porta con sè dieci lire occorrenti per pagare il servizio. Vuole avere notizie del marito,  che lavora  da tempo  in America,  ma vuole soprattutto sapere e risolvere  il  caso di furto del quale è stata vittima. Da tempo conservava nel comò della sua camera da letto un orologio d’oro insieme ad altri monili. Un bel giorno non trova più  l’orologio, cerca dappertutto ma senza esito.

Sua figlia Isabella, che aveva all’epoca otto anni, ancora oggi si meraviglia nel raccontare l’incontro con l’indovino, una scena surreale,  un pò da fantascienza… C’è un telone di iuta a mò di sipario, che delimita il luogo magico  e crea un’atmosfera enigmatica e misteriosa. L’indovino è seduto al centro, il suo collaboratore lo fissa,  lo guarda intensamente negli occhi,  lo ipnotizza e dopo breve tempo l’indovino si  addormenta.  Il momento è magico… Dopo un lungo silenzio,  interrotto solo dai rintocchi dell’orologio del campanile,  si ode una voce cupa e allo stesso tempo metallica, quasi soprannaturale … Dalle parole arrivano buone notizie riguardanti il nonno… dice di vederlo al lavoro in una cava di granito nelle vicinanze di Filadelfia.  Le rivela,  poi, che è madre di due bimbe e chiede la reale motivazione dell’incontro,  da vero e proprio indovino. La nonna Isolina vuole infatti  principalmente scoprire chi ha trafugato l’orologio. La voce, sempre in maniera del tutto fredda e distaccata, conferma i sospetti della nonna, afferma che l’orologio è stato rubato da un vicino di casa, il quale, povero sprovveduto, lo ha barattato per sole tre matite. Dice, altresì, che non può rivelare il nome di costui, nè fare da testimone in una procura. Assicura però alla nonna che lei stessa riuscirà a scoprire il mariuolo: – ” Dite voi? Come?” .  – “Entro il mese lo coglierà in fragrante”.

La nonna è un pò incredula, però è soddisfatta!  Come previsto dall’indovino, dopo qualche giorno il ladro torna sul ” luogo del delitto”, sa che ci sono altre cose nel cassettone della nonna. Dopo pochissimi giorni,  la nonna Isolina, questa volta allertata da rumori insoliti, corre subito verso la stanza da letto e trova il ladro intento a frugare tra le sue gioie . Il giovane tenta di fuggire e nascondersi però non ha scampo e non può che arrendersi. Piange e abbraccia la nonna, chiede scusa e promette di riconsegnare la refurtiva a patto che non lo denunci. La nonna lo perdona ed è felice per la sua buona azione!!!

Rita Di Matteo

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