Lu Verbë di Dio

Nella tradizione religiosa popolare di Cerqueto è attestata una bellissima preghiera col nome di Verbo, che, negli anni passati, ha goduto sempre di grandissima considerazione. Il Verbo, diffuso in molte regioni italiane, con numerose varianti, affronta il tema escatologico,  che riguarda il destino dell’uomo dopo la morte e la fine del mondo. La preghiera si può suddividere in tre parti:

  • l’incipit, un incitamento iniziale a recitare il verbo:  la parola che Iddio disse quando morì agonizzante sulla croce
  • un giudizio a sfondo escatologico e profetico, in cui si rappresenta il giudizio universale
  • una formula di chiusura legata ai valori sacri delle modalità delle recitazioni.

Non è una vera e propria preghiera ma uno stralcio di riflessioni religiose tra di loro interconnesse  come simboli auto-rassicuranti di fronte alla precarietà della vita.  È una preghiera molto bella che tocca misteri grandissimi e riporta alla mia memoria quelli del Credo o Simbolo di Nicea e la figura di Jacopone da Todi. La versione cerquetana, che segue, è anche l’espressione della lingua e della cultura cerquetana. A mamma Isabella, da bambina, la insegnò una signora marchigiana, che si diceva fosse morta in odore di santità.

Verbo sacce e Verbo voglio dire
Quello che disse Dio, nostro Signore,
che sulla croce vol Gesù morire
per perdonare tutti i peccatori.
Guarda la croce, quanto è alta e bella
Con una luce in cielo e un’altra in terra.
Giremo tutta la valle di Giosafat
Piccoli e grandi là bisogna vatte (andare).
Noi tremeremo come frasche e frunne (foglie).
E erbe in campo
Si trova peccatori e peccatrici.
Tu sai lu Verbo di Dio
Perché ’nnu dici (non lo dici)?
Chi lu dice tre volte la sera
‘m Paradise a lume di candela.
Chi lu dice tre volte la notte
‘m Paradise je apre le porte.
Chi lu dice e ‘nge (non ci) perde tempe
Nun pruverà le pene dell’Inferno.

Rema Di Matteo

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