Nuova monografia dell’artista cerquetano

E’ stata recentemente pubblicata, con il patronato dell’Istituto Italiano di cultura di Toronto, una monografia dedicata all’artista, nella quale sono rappresentate molte fra le sue opere più interessanti.

Il catalogo è suddiviso in due parti ben distinte, nella prima delle quali vengono riportate le sculture di Silvio Mastrodascio.

Da un’attenta osservazione delle opere, la maggioranza delle quali realizzate in bronzo (anche se non mancano ritratti in terracotta come “ Ludovica”,

“Orfeo” , “ Melanie” e il Bozzetto realizzato per la 42 rappresentazione del presepe di Cerqueto.  ) si evince chiaramente come Mastrodascio privilegi la

raffigurazione della donna, modellando immagini femminili intense, pensierose e a tratti malinconiche.

La seconda parte dell’opera invece è dedicata alle opere pittoriche, dipinte nella prima fase della carriera dall’artista che in seguito ha preferito dedicarsi interamente alla scultura.

Il catalogo si apre con la prefazione di Maurizio Calvesi, che  ci permette di comprendere al meglio l’evoluzione del percorso artistico di Silvio, da subito fortemente incentrato sulla tendenza alla “ figurazione”, alla rappresentazione del corpo umano, così come hanno fatto molti altri artisti abruzzesi, fra cui Barbella, Dantino, Crocetti.

Appare immediatamente chiaro che c’è in Silvio il perseguimento di un obiettivo fondamentale, quello di scavare nello stato d’animo delle persone ritratte, di coglierne con puntualità i sentimenti attraverso un gioco di chiaroscuri, di luci ed ombre che consentono di leggere negli occhi dei protagonisti, quasi sempre colti in atteggiamenti spontanei, naturali, mai studiati.

Nella sua lunga carriera, Mastrodascio diventa allora l’osservatore privilegiato del mondo interiore e dei pensieri delle figure che rappresenta, caricando le proprie opere di un significato intrinseco molto forte, in virtù del quale anche il ricorso a forme talvolta ispirate a quelle di altri artisti fa sì  che la sua arte possa mantenere inalterato il  bagaglio di originalità e la sua impronta assolutamente personale.

Francesca Mazzetta

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