Schiacciapatate al museo di Cerqueto

Schiacciapatate in legno e in ceramica - (Tradizioni a Cerqueto - Regione Abruzzo -aprile 1983)Lo schiacciapatate fa parte dei micro-oggetti  della quotidianità. Morfologicamente è di struttura elementare. Si presenta come un sottile mattoncino con due maniglieidonee a pressare, o meglio a schiacciare le patate lesse per la preparazione degli gnocchi.

La singolarità della tecnica costruttiva lo rende anatomicamente funzionale e trasforma l’oggetto materiale in testimonianza culturale, perché in essa si riflette la sensibilità dell’artigiano che lo realizza e quella della popolazione femminile che lo usa.

Il mio interesse verso i micro-oggetti di fabbricazione artigianale, con spiccate valenze popolari, non scaturisce da ammirazione enfatica. Ha unicamente valore di segnalazione. Sono convinto che una più ampia conoscenza dei micro-oggetti di produzione artigianale, specialmente di quelli caduti in disuso, potrebbe agevolare la comprensione della storia sociale legata  agli usi e alle tradizioni popolari e, conseguentemente, ampliare le cognizioni sulle costumanze di diversi ceti sociali abruzzesi.Schiacciapatate in ceramica - (Museo di Cerqueto )

Fino alla metà del 1950 lo schiacciapatate, in Abruzzo, veniva prodotto e richiesto, maggiormente, ai pignatari e ai ceramisti.

Nel Museo di Cerqueto di Fano Adriano (TE) si conserva anche un antico esemplare in legno, dotato di un solo manico da presa disposto sulla base schiacciate in senso longitudinale.

La testimonianza museale di Cerqueto attesta che lo schiacciapatate era prodotto, in Abruzzo, anche da fusari e da falegnami.

Attualmente, tanto l’esemplare in ceramica quanto quello in legno non hanno più futuro. Ormai appartengono ad un artigianato scomparso.  Rivivono, per fortuna degli studiosi, nelle vetrine dei musei e dei collezionisti.

Oggigiorno, infatti, l’unico interlocutore è l’ industria dell’utensileria casalinga, che lo produce in alluminio e in acciaio inox in diverse e più funzionali tipologie essendo dotate di stantuffo pressorio, valenza tecnologica che ha in parte deformato la primitiva morfologia e in parte migliorato l’uso, essendo in grado lo stesso oggetto di schiacciare le patate e di filare pasta all’uovo e pasta bianca per ottenere fusilli da sugo e pignoletti da brodo.

In passato, lo schiacciapatate di ceramica, nonostante la sua arcaica morfologia, era sempre in mostra in cucina essendo dotato di tradizionali componenti estetiche, tra le quali l’antico motivo del mazzetto di fiori di campo, detto fioraccio.

Lo schiacciapatate con il fioraccio dall’aspetto festoso, e quelli con rametti fioriti serpeggianti tra le scritte “Ricordi di San Gabriele” (Cfr.Ceramica e tradizione tra  gli Abruzzi e le Marche, Martintype, Colonnella, 1997), facevano bella mostra nelle antiche piattaie insieme a piatti imperiali, a raffinati boccali da vino e a luccicanti lucerne di ottone. Infine, le marezzature dei manici disposte  anche lungo i margini a vista del supporto pressorio rendevano vezzoso questo micro oggetto legato alla nostra arte popolare e ai nostri usi culinari.

Vito Giovannelli

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