Un Planetario al Circolo

.. In queste sere autunnali il circolo è quasi sempre semivuoto e noi pochi che a turno ci ritroviamo lì, giochiamo a carte, oppure guardiamo qualche programma televisivo o leggiamo qualche rivista al tepore generato dalla stufa. In questa tranquilla, a volte annoiata ed altre volte un pò malinconica, monotonia, è stata accolta più che positivamente l’attività proposta da Lino Bianchini per la realizzazione di un planetario, cioè un modello meccanico del Sistema Solare, costruito tramite complesse combinazioni di ingranaggi.

Poco meno di un anno fa, Lino iniziò una raccolta di circa 50 fascicoli, con uscita a scadenza settimanale, comprendenti ognuno una rivista con argomenti di astronomia e pezzi meccanici (viti, ruote dentate, pianeti, ecc.) necessari per comporre il planetario. Nella sua indole da mecenate e come cultore dell’astronomia, ebbe poi l’idea di consegnare a noi i fascicoli già raccolti, con lo scopo di suscitare, soprattutto nelle nuove generazioni, un po’ dell’interesse e della passione che lui ha per questi argomenti. Ad oggi abbiamo assemblato i primi 33 fascicoli. ll sistema si basa sul modello eliocentrico e utilizza un meccanismo ad orologeria. Bisogna dire che all’indifferenza ed alle difficoltà iniziali è subentrata la curiosità e la soddisfazione nel vedere pian piano, nella mescolanza di minuscole viti, di innumerevoli ruote dentate, dadi, chiavette a brucola e piccoli giravite,   formarsi il planetario, con il Sole al centro e Mercurio, Venere, la Terra e gli altri pianeti ognuno nella propria orbita. La rotazione di uno provoca anche quella di tutti gli altri, ognuno col proprio periodo di rivoluzione intorno al Sole. I pianeti più lontani dal Sole si spostano  come è noto più lentamente rispetto a quelli più vicini. Anche le ragazze si sono appassionate a questa lenta costruzione e spesso danno una mano. Al momento siamo arrivati fino a Urano! Mancano ancora Nettuno, Plutone ed Eris e infine il motore elettrico da collegare all’asse centrale, per dar vita a tutto il movimento del meccanismo.

Posizionato l’ultimo elemento, realizzeremo un mobiletto in legno, con il planetario fissato sulla superficie superiore e con tutti i fascicoli posti in un cassetto aperto situato inferiormente. In questo modo rimarrà esposto al circolo, così che chiunque possa, con un po’ di impegno, comprendere il Sistema nel quale viviamo. Il moto preciso degli ingranaggi riprodurrà fedelmente quello reale dei pianeti. Il valore didattico risiederà nel fatto che osservando i pianeti muoversi nel planetario, si comprenderanno in modo più immediato i rapporti che legano i corpi celesti tra loro, più che studiando le complesse formule matematiche che ne descrivono il movimento.

Una volta azionato il meccanismo, la processione dei pianeti attorno al Sole avrà inizio con il moto di rivoluzione di ciascun pianeta, che segna la durata di un anno su quei “mondi”.   Grazie al planetario, sarà possibile osservare anche l’alternarsi del giorno e della notte, il trascorrere delle stagioni ed il fenomeno delle eclissi lunari e solari. Risulterà pure più facile individuare la posizione dei pianeti sulla volta celeste, distinguendoli facilmente dagli altri astri del cielo stellato. Occorre però adottare degli accorgimenti ben precisi per rendere più celere tale individuazione.

Una particolarità che distingue un pianeta da una stella risiede nelle caratteristiche della luce emessa: quella di un pianeta è una luce fissa, senza variazioni di intensità o tremolii, perché non brilla di luce propria ma di luce riflessa,   mentre quella emessa dalle stelle è oscillante ed instabile perché emessa direttamente dall’astro. E’ necessario anche conoscere a grandi linee la zona del cielo dove cercare un determinato pianeta.  Ad esempio, i pianeti Mercurio e Venere, chiamati anche pianeti “interni” perché si trovano tra la Terra e il Sole, si possono osservare solo ad est prima del sorgere del Sole oppure ad ovest dopo il tramonto, quindi è inutile cercarli in altre aree del cielo. Ovviamente, quando uno di questi pianeti sarà visibile ad est prima dell’aurora di sicuro non si mostrerà ad ovest la sera.  Per quanto concerne il pianeta Mercurio, si segnala una particolare difficoltà per individuarlo sulla volta celeste, sia perché molto piccolo sia perché molto vicino al Sole; per questi motivi sarà visibile solo per pochi giorni l’anno e in condizioni ambientali particolari (cielo terso e lontano da qualsiasi sorgente luminosa). Gli altri  tre pianeti visibili ad occhio nudo, cioè Marte, Giove e Saturno, definiti invece “pianeti esterni” perché ruotano su orbite esterne a quella della Terra, si muovono  su un fascia di cielo che va da est ad ovest passando per il sud e possono avere una altezza variabile rispetto all’orizzonte, comunque sia, alle ns. latitudini non raggiungeranno mai lo zenit.

Occorre inoltre evidenziare che sempre alle nostre latitudini nessun pianeta è visibile in direzione nord.E’ opportuno conoscere anche il colore del pianeta e la sua grandezza apparente,  cioè come viene visto dalla Terra. Venere è apparentemente l’astro più grande dopo il Sole e la Luna, è molto luminoso e il suo colore è un bianco candido, ad occhio nudo sembra un disco pieno, ma in realtà del pianeta viene illuminata solo una parte a forma di falce, più o meno grande a seconda della sua posizione rispetto al Sole. Anche l’illuminazione solare di Mercurio è simile a quella di Venere ma, come ho sopra esposto, il pianeta brilla di una luce debole, quindi è difficilmente individuabile nel cielo; il suo colore è un bianco tenue tendente all’argento. Giove, che ha dimensioni tali da risultare molto più grande di tutti pianeti del sistema solare messi insieme, visto dalla Terra risulta più piccolo di Venere, ma quando è in opposizione e il suo disco viene illuminato completamente dal Sole raggiunge quasi la grandezza e lo splendore di Venere;  ha un colore giallastro. La grandezza effettiva di Saturno è tale da superare quella complessiva di tutti i pianeti, ovviamente senza considerare Giove, ma la sua notevole distanza dalla Terra lo fa apparire più piccolo sia di Giove che di Venere; il suo colore è paragonabile ad un grigio chiaro. Infine Marte, che appare come un disco rosso ruggine per via del colore delle sue rocce; benché di piccole dimensioni, quando si trova in opposizione al Sole raggiunge una consistente luminosità e si presenta più grande di Saturno, anche perché non è molto distante dalla Terra.   Splendidi sono i colori dei due pianeti che orbitano oltre Saturno perché le loro sfere sono completamente avvolte da gas: Urano è di colore verde mentre l’azzurro è il colore di Nettuno, ma questi pianeti non li possiamo osservare ad occhio nudo per via dell’enorme distanza dalla nostra Terra (circa 2,7 miliardi di km per Urano e circa 4,3 miliardi di km per Nettuno). Plutone, distante circa 6 miliardi di km dalla Terra è talmente piccolo che, da qualche anno, non è più considerato un pianeta; il suo colore è grigio.

Da ragazzo ero curioso di questi temi e la proposta della costruzione del planetario da parte di Lino ha risvegliato in me un pò di interesse per l’astronomia, che è la  più affascinante delle scienze, perché lega e contrappone la razionalità scientifica e matematica all’indeterminata e incommensurabile estensione dell’Universo.

Angelo Mastrodascio

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