Uno spettacolo suggestivo ed un successo di pubblico per la 46ª edizione del Presepe Vivente

Come da “copione”, i duecento figuranti hanno dato vita a Cerqueto, il 26 dicembre alle 18:30, alla 46ª edizione del Presepe Vivente. Uno spettacolo teatrale in piena regola, dove a far da sipario una splendida luna ed un cielo di stelle e da palcoscenico una montagna solcata da sentieri illuminati ad arte, dove, attraverso una sequenza fluida e armonica, si muovono i personaggi. La rappresentazione prende vita in un’atmosfera tiepida, tutt’altro che gelida, quasi mistica, in una parola, insolita direi, per un paese di montagna nella stagione invernale. Così, complice un pò anche il clima mite, certamente la ormai storica popolarità del presepe, che costituisce un appuntamento imperdibile, nel giorno di Santo Stefano, non ha deluso i quattromila spettatori che hanno assistito, increduli ed emozionati, all’evento.
Chi non ha mai visto il presepe, forse non sa come si svolge, da quale momento della storia della nascita di Gesù ha inizio; magari si aspetta di assistere ad una riproduzione statica degli avvenimenti più importanti, un pò come in casa si allestisce la classica capanna, con le sue statuine, gli angeli, i pastori, i Magi, con la consapevolezza, questa sì, di vedere tali personaggi in carne ed ossa.
Ebbene, una musica d’effetto ed il buio oramai delle 19:00 meno un quarto (è giusto anche dare la possibilità agli ultimi spettatori di raggiungere la piazza, il paese, è il caso di dire!) introducono la prima scena, imponente, che è quella della Creazione, così come viene narrata nella Bibbia, nell’Antico Testamento.

La luce, prima fra tutte, è un enorme raggio che irrompe ed investe tutto il quadro, abilmente preparato e curato. Le acque, con i loro abitanti, le foreste, i boschi, gli animali che popolano la Terra, sono simbolicamente riprodotti con immagini efficaci.
L’uomo è un essere spaurito che vaga per l’Eden, timoroso di Dio, suo Padre, ma al contempo avido di scoprire il mondo e di gustare i frutti dell’albero del bene … Ancor più di lui lo è Eva, nata da una sua costola, per accompagnarlo nella vita e dare una lunga discendenza al genere umano.
Le immagini scorrono nitide come in un film, fino alla loro cacciata dal Paradiso ad opera di un Cherubino dalla “spada fiammeggiante”. Dopo Adamo è la volta di Abramo, padre di una lunga dinastia, anch’essa come si sa, destinata a grandi persecuzioni, ma sarebbe un’altra storia e di suo figlio Isacco, vittima prescelta dal Signore per mettere alla prova la fede del patriarca. Ma non sarà necessario uccidere il piccolo, nonostante fosse già stato allestito il luogo del sacrificio.
“Trascorrono i millenni”, annuncia la voce narrante e improvvisamente tre luminosi profeti compaiono in cima alla montagna, prima uno dopo l’altro, poi contemporaneamente, dando esattamente l’idea della volontà di Dio che sta per adempiersi e dell’impossibilità dell’uomo di contrastarla.
Subito dopo, l’Arcangelo Gabriele annuncia alla giovane Maria, impersonata da Catia Di Luigi, che darà alla luce il figlio di Dio, il suo bambino di pochi mesi Francesco Di Carlantonio. La Madonna appare in una casetta, seduta, intenta ad eseguire un lavoro manuale, mentre viene sorpresa appunto da una figura eterea, inviata dal Padre Eterno, alias Battista Pisciaroli, che torna ad essere protagonista in un triangolo di luce blu, con la Vergine e il Bambino che nascerà.
Irrompe una musica che riporta lo spettatore sulla terra, per  modo di dire, alla storia dell’uomo e della sua egemonia, e un trio di cavalli con soldati baldanzosi, riempie la scena: è per ordine dell’Imperatore Cesare Augusto che avrà luogo un censimento tra gli abitanti della Galilea, annunciano.
Dunque anche Maria e Giuseppe, l’integerrimo Franceso Pisciaroli, vanno a registrarsi, ma Gesù sta per nascere e, poichè non c’è posto per loro negli alberghi, trovano rifugio, su indicazione di un viandante, in un a mangiatoia, una capanna che si può visitare tutto l’anno, costruita ai piedi della montagna, sfondo unico, fantastico della sacra rappresentazione.
Questo forse è uno dei momenti più emozionanti: l’atmosfera è davvero magica, preannuncia che qualcosa di sorprendente  sta per succedere nell’umile greppia … Ed ecco un incanto che si ripete ogni anno: la grotta s’illumina, una schiera di angeli sembra essere scesa dal cielo a mostrare il miracolo della natività!
Il pubblico numeroso, basito, non trattiene il meritato applauso ad una scena sempre notevolmente apprezzata, anche se, edizione dopo edizione, è stata rinnovata, come un pò tutto il presepe, nelle musiche, nei costumi, ma anche nella durata e nello svolgimento della trama stessa.
Arrivano i pastori, dapprima assopiti, poi destati anch’essi da un angelo annunciatore. E poi è il popolo di Betlemme ad adorare il Bambino, speranzoso in un futuro migliore e incuriosito dal mistero della prodigiosa nascita. Quasi in contemporanea, preceduto da un astro incandescente e fumoso, che fa capolino nei pressi della capanna, è l’arrivo dei Re Magi. I tre regnanti, giunti da lontano per adorare il neonato Re dei Giudei, si rivolgono a Erode per poterlo “trovare”, ma questi, a sua volta, chiede loro di tornare da lui per informarlo, in modo da consentire anche a lui di rendergli omaggio. Ma i saggi Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, appena raggiunta la grotta, dove prostrarsi e deporre i loro doni, fanno prudentemente ritorno in Oriente. La rappresentazione si conclude con una scena altamente spirituale, con parole significative  che eloquentemente svelano il senso della natività, il messaggio di salvezza, racchiuso in quell’umile giaciglio che ora, da solo, domina la scena!
La Pro Loco e gli abitanti di Cerqueto invitano il gentile pubblico ad assistere il prossimo anno alla 47 a edizione del Presepe Vivente, che grazie alla volontà e agli sforzi di tutti  gli affezionati, fa rivivere magicamente e profondamente  la poesia del Natale!

 

 

Isabella Del Papa

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