La Pro Loco alla 157° Fiera della Pastorizia di Piano Roseto

Le sempre crescenti difficoltà nel reperire fondi presso gli enti preposti, accentuate dalla recente crisi, fanno si che la Pro-loco navighi a vista ormai da anni. Chiudere il bilancio, quantomeno in pareggio, è diventata una sfida sempre più ardua al punto che  due delle attività principali, quali il presepe vivente e il mantenimento del circolo, sono a forte rischio. Questa situazione di precarietà si sta trasformando,  fortunatamente, in un ulteriore stimolo a intraprendere iniziative volte a incrementare le entrate, al fine di consolidare la vocazione principe della nostra associazione che è quella della promozione del territorio. Nei mesi antecedenti l’estate sono venute fuori molte proposte, alcune delle quali anche ambiziose e impegnative, che sono ancora in fase di elaborazione,  in attesa di tempi migliori.Per il momento abbiamo pensato di coniugare la collaborazione con altri enti e associazioni con la necessità, forse meno nobile, ma quanto mai necessaria, di fare un minimo di profitto. La Fiera Della Pastorizia di Piano Roseto, organizzata dalle Pro-loco di S. Giorgio, ci è sembrata facesse al caso nostro: contribuire con l’esposizione di pezzi del museo e la rappresentazione della lavorazione della lana  e nello stesso tempo poter gestire uno stand gastronomico.
Bisognava organizzare il delicato trasporto dei pezzi del museo, la conseguente vigilanza e chiedere la disponibilità a qualcuno competente che si prestasse a mostrare le fasi della lavorazione della lana e poi c’era da decidere quali pietanze preparare per lo stand gastronomico, prendere contatto coi fornitori e procurarsi le attrezzature necessarie. Abbiamo chiesto collaborazione al comune, che ha gentilmente messo a disposizione un proprio mezzo per il trasporto e abbiamo poi preso contatto con Romolo Intini, di Pietracamela, che il “lanaro” l’ha fatto davvero, e sua moglie Maria, che, come altre volte, hanno entusiasticamente aderito, insieme alla nostra Elia Di Cesare, per quanto concerne la lavorazione della lana.  Non avendo precedenti esperienze, è stato  difficoltoso decidere per lo stand: le proposte erano molte e tutte interessanti, ma alla fine si è optato per prodotti semplici e allettanti quali le frittelle farcite, gli spiedini e la “panonta”, ovvero pancetta alla brace, oltre all’immancabile birra e bibite varie. Già il giorno precedente la fiera abbiamo provveduto al montaggio dei gazebo e alla sistemazione delle varie attrezzature, che  si è protratta fino a tarda notte. Di buonora la mattina seguente, praticamente senza interruzione,  si è provveduto all’allestimento del nostro stand per la preparazione e la distribuzione del cibo. Era proprio una bella atmosfera, quella tipica dei momenti prima di una festa, ulteriormente impreziosita da una fantastica mattinata inondata di sole. Più tardi arrivavano anche i pezzi del museo che sono andati ad arricchire l’area tematica della fiera, ove faceva bella mostra di sè una riproduzione della caratteristica capanna dei

pastori e dove, più tardi, prendevano posto Romolo, Maria e Elia, che sin da subito sono diventati la principale attrattiva, incuriosendo ed affascinando i visitatori con i loro antichi gesti e le movenze armoniose, proprie della lavorazione della lana. Mentre Romolo si occupava della cardatura, meravigliando soprattutto i bimbi quando magicamente faceva apparire la “flachetta” tra i pettini, Elia e Maria si occupavano della filatura, con il classico filarello ed il fuso. Vederli all’opera tutti e tre contemporaneamente era un vero piacere. L’afflusso dei visitatori alla fiera cominciava a farsi deciso e  nel nostro stand non ci siamo fatti trovare di certo impreparati.  L’olio per le frittelle nel mitico pentolone bolliva già da un pezzo, al pari della brace sotto le griglie pronte ad accogliere pancetta e spiedini. Tutto ampiamente testato, sia la bontà della cottura sia  la freschezza della birra:  “ingrato compito” al quale, “stoicamente” un po’ tutti ci siamo prestati! Alla spicciolata cominciavano a venire i primi avventori che, avvicinandosi l’ora di cena, si facevano sempre più numerosi, ma non come speravamo. Oltretutto il flusso era abbastanza discontinuo, si alternavano infatti momenti di relativa calca a momenti di calma assoluta e ciò non agevolava certamente le operazioni in fase di preparazione delle cibarie in quanto era nostra prerogativa offrire le varie pietanze appena preparate, per dar modo di apprezzarne di più la fragranza. Cercando di barcamenarci fra queste ed altre piccole difficoltà, siamo arrivati alla sera. Il programma prevedeva la partecipazione del noto cantastorie locale Roppopo’ con il quale Cerqueto ha un “contenzioso”. Nell’uscita del suo ultimo CD, infatti, ha reinterpretato la canzone “Li misciarule” che, come tutti i cerquetani sanno, fa parte  esclusivamente della nostra tradizione canora. Avendolo contattato, non abbiamo mancato di fargli simpaticamente notare la cosa durante l’intervallo del suo spettacolo. E’ rimasto un po’ con noi, durante  la pausa-spuntino,  non prettamente tecnica,  gustando volentieri i nostri prodotti insieme al suo gruppo. Una volta salito sul palco, non ha mancato di dedicare a Cerqueto la nostra bella canzone. Dopo lo spettacolo è iniziato il deflusso dei visitatori della fiera, limitato però alle sole famiglie ed ai più anziani.

Numerose comitive di giovani, infatti, sono rimasti fino a notte inoltrata se non fino al mattino, preferendo stand più attrezzati del nostro, che offrivano posti a sedere e  musica e karaoke. Tuttavia siamo rimasti volentieri a servire i pochi  clienti più pacati che ci preferivano, alternandoci fino all’alba. Molti di noi avevano  con se la tenda dove hanno avuto la possibilità di riposare qualche ora. La giornata di domenica si è presentata fin dalle prime ore della mattinata  più affollata. La giornata molto calda ha sicuramente invogliato tantissimi a raggiungere Piano Roseto. Tuttavia, anche se gli avventori erano più numerosi del giorno prima, rispetto agli altri stand, i nostri clienti erano decisamente pochi. Purtroppo il fronte del nostro stand era assolato ed avevamo pochissimi posti a sedere e questo ci penalizzava molto. Abbiamo deciso così di riunire in un unico gazebo sia la cottura che la vendita e utilizzare il secondo gazebo per posti a sedere, all’ombra. La scelta si è rivelata giusta  e anche se l’ora di pranzo nel frattempo era passata, le cose sono migliorate nettamente nel pomeriggio e fino a notte si è lavorato in modo abbastanza continuo. Dopo la mezzanotte abbiamo iniziato con le operazioni di smontaggio per il rientro. Il  mattino successivo abbiamo provveduto alla pulizia dello spazio assegnatoci e alla raccolta delle ultime cose. Una nota di merito è doverosa sia per le donne, che sono state due giorni quasi continuamente davanti ad un pentolone di olio bollente con l’afa che, a tratti, era opprimente, sia per i ragazzi, che nei momenti di maggiore afflusso non hanno fatto mancare il loro apporto, prendendo a volte  loro stessi il controllo delle operazioni. Un ringraziamento affettuoso va a Romolo, la sua consorte ed Elia che, oltre ad aver caratterizzato  l’evento con una nota di allegria, hanno dato un contributo  considerevole all’immagine di Cerqueto.

Considerato che ci cimentavamo per la prima volta in un’esperienza del genere, il bilancio non può che essere positivo. A posteriori,  è chiaro che avremmo attuato diversi accorgimenti che avrebbero facilitato una migliore riuscita con  minore dispersione di energie. Il lavoro è stato duro certo, ma alleggerito dal piacere di stare insieme, in un contesto in cui si aveva la consapevolezza di fare qualcosa di utile per la collettività e, in un momento storico come questo, in cui il nostro paese sembra essere interessato da quel fenomeno strano secondo il quale le divisioni e gli attriti sono direttamente proporzionali al calo inesorabile di “superstiti” stanziali, assume una valenza particolare. Anche se, in fondo, non si è fatto altro che reiterare un metodo tanto semplice quanto efficace, che a Cerqueto ha sempre funzionato, sia per le piccole cose che per le grandi manifestazioni, che ci hanno dato lustro negli anni: fare un progetto, pianificare insieme il modo per realizzarlo, contribuire tutti per quanto possibile. E cercare aiuto all’ esterno,  a chi, per proprio ruolo o per propria formazione, contribuisce disinteressatamente, con il nostro stesso spirito e per le nostre stesse  finalità, come la crescita, seppur infinitesimale come in questo caso, dell’intera comunità.

Giuseppe Bianchini

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