La leggenda delle ciaramelle e Venë dë Sëntë
L’Abruzzo è la patria delle zampogne e quindi degli zampognari che, con i loro strumenti fatti di legno e d’aria, riuscivano a farsi ascoltare da un imperatore romano agli albori della cristianità. Pare che lo stesso Nerone, stando a quanto ci riferisce Svetonio nel “De Vita Caesarum”, suonasse, tra diversi altri strumenti, anche la zampogna o “utriculus” (piccolo otre), come i latini la chiamavano.
Da Nerone, nel corso dei secoli, sono nati i giullari, i trovatori, i musicanti di strada (mi viene in mente la bella fiaba dei musicanti di Brema) e di osteria e i cantastorie. Ne ricordo uno che negli anni ’50 veniva a Cerqueto e dalla cassetta di legno tirava fuori dei cartoni disegnati che illustravano la vita del bandito Giuliano o la storia della Pierina, una triste vicenda di una ragazza uccisa in un modo macabro dal fidanzato. Il cantastorie appoggiava i suoi cartoni ad un muro, il preferito era quello del Pianosanto, e con il canto e con le parole spiegava le varie scene. (altro…)