Incontro con Saro Gianneri

 

 Inaspettatamente Saro Gianneri ci regala una raccolta di poesie: versi interessanti e carichi di umanità, versi ricchi di emozioni, ricordi, incontri, esperienze, paesaggi diversi.  Una poesia  che parte dai ricordi e dagli incontri e vola  lontano, un inno alla vita nella sua vera e profonda essenza.  Intervista a Saro in occasione di una sua recente visita a Cerqueto.

. Chi è veramente Saro Gianneri?

Ho sempre coltivato la segreta vanità che i miei versi parlassero per me. Potrei aggiungere con una metafora ciclistica che  sono un gregario fedele di sogni.

  •  Quando hai iniziato a scrivere poesie?

Ho iniziato a scrivere i primi versi a 11 anni, innamorato delle prime poesie dei grandi che studiavo a scuola.

  •   Come è stata la tua infanzia, felice?

La mia infanzia è stata molto felice fino agli undici anni, poi per una diagnosi di un soffio al cuore in una visita medica a scuola, mi si è complicata la vita.

  • Scrivere poesie ti ha migliorato la vita?

I versi mi hanno sicuramente migliorato la vita: sono stati sostegno, fonte di emozioni, conforto, un viatico che ancora mi accompagna….

  • Qual è il tuo rapporto con gli autori del passato?

Ho sempre appreso dagli autori del passato e ho assorbito con amore la loro maestria.

  • Fra i contemporanei a quali ti senti più vicino?

Senza dubbio e non per condivisione della stessa terra mi sento più vicino a Salvatore Quasimodo per il suo canto, le immaginifiche visioni che avvolgono i sentimenti dell’uomo.

  • Quali mete ti stanno particolarmente a cuore in quanto poeta?

Nessuna meta in particolare per quanto riguarda riscontri oggettivi; il desiderio forte è sempre quello di trovare versi originali di folgorante semplicità che mordano, illuminino la  mia vita. 

  • Le tue ricerche linguistiche sono essenziali?

Essenziali sono state le letture dei grandi poeti, dai classici ai moderni, ai contemporanei come Giorgio Barberi Squarotti, Patrizia Cavalli, Patrizia Valduca, Paolo Ruffilli ed altri. 

  • Di che cosa non puoi fare a meno mentre scrivi? Hai qualche aneddoto da raccontare?

Con una battutaccia risponderei qualunque oggetto che scrive: penna, pennarello, matita, etc., perchè la superficie la trovo più facilmente: pezzo di giornale, salvietta di carta, biglietti vari.

  • Come definiresti la tua poetica?  

La mia è una poesia d’ immagine, descrittiva, senza uno scenario spesso reale o immaginato, non riuscirei a trasfigurare sentimenti, evocazioni, considerazioni e riflessioni esistenziali.

  • E’ giusto definire la tua poesia ”poesia della memoria”?  

Io credo che troppa memoria sia nessuna memoria; diventerebbe una poesia che cristallizza in modo forse patetico il passato. Penso che il tempo della mia poesia sia il presente senza trascurare le radici del passato e con una sfida al futuro. 

  • Quanto è stato importante per la tua ispirazione allontanarsi dalla Sicilia?  

Non saprei dire quanto sia stato importante, è certo che allontanarsi da una creatura che si ama porta a cercarla di più, a scriverle, a sentirla. 

  • Quali sono gli elementi fondanti della tua ispirazione?

L’ispirazione     ha una sua assoluta libertà, viaggia a briglia sciolte, s’ impelega in qualunque aspetto dell’esistenza, del sogno.

  • L’acqua è un tema ricorrente , quali significati racchiude l’elemento acqua?

Quando si scrivono versi, si avvia un processo simbolico e l’acqua è il simbolo naturale dello scorrere della vita,dal liquido amniotico all’ acqua che si unisce ad altra acqua, fino allo sbocco nel mare.

  • Una domanda classica. Che cos’è la poesia? Comunicazione, incanto, vita, espressione introspettiva?

E’ tutte queste cose, umilmente aggiungerei una scommessa con la speranza. 

  • La poesia è un linguaggio suscettibile di vari livelli di lettura, di molteplici suggestioni. Credi in una poesia immediata, comprensibile a tutti o ad una poesia che va esplorata, oscura al lettore medio?

Credo in una poesia che emozioni, non è necessario  capire tutto di una poesia, l’importante è che  almeno un verso incontri la sensibilità di chi ha pazienza, amore di leggere.

  • La sensibilità generale e quindi anche quella poetica oggi sembra diminuita , sei d’accordo? Quali sono le cause?

La causa, secondo me, è una sola, l’ uomo ha perso di vista l’ uomo, crede scioccamente che siano il potere, il denaro a dare un senso alla vita, a sconfiggere la morte. 

  • Quale poesia è possibile all’uomo oggi? Qual è il ruolo della poesia oggi?

E’ un ruolo marginale per la  causa suddetta, la poesia oggi è estrema resistenza. 

  • In generale la poesia viene letta poco, spesso viene relegata a rimembranze scolastiche. E’ difficile? E’ ritenuta poco utile? Qual è la tua idea al riguardo?

La colpa è di chi scrive versi e dà per scontato che gli altri li leggano, ci siamo tanti scribacchini di versi e pochi poeti che possano sfidare il materialismo imperante. 

  • Secondo te la poesia ha un futuro? Di che cosa ha bisogno per ritornare ad essere la prima forma espressiva letteraria?

Ha un futuro nel momento in cui l’uomo ritrova l’uomo e chi scrive ha un infinito pudore.

Adina Di Cesare

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