Intervista al presidente della Pro Loco

Il presidente della Pro Loco di Cerqueto, GiuseppeMastrodascio,
che ringrazio per la disponibilità e anche per l’impegno assunto nei confronti del paese, ci ha rilasciato la seguente intervista scritta. Un’occasione per parlare dei problemi che stanno sul tappeto in questo momento ma che hanno radici ben più profonde, una riflessione su l’unica realtà associativa della comunità cerquetana, la Pro Loco, con la speranza che diventi veramente uno strumento di partecipazione e coesione.
.  Qual è la storia della Pro Loco di Cerqueto?

L’Associazione Pro Loco di Cerqueto è nata nel dicembre del 1984, per iniziativa di Bruno Misantoni che meditava già da alcuni anni di sostituire il Comitato “Estate Cerquetana” con un organismo che avesse una struttura organizzativa tale da consentire una partecipazione più ampia e più diretta dei cerquetani alla realizzazione e promozione di eventi culturali e che permettesse di promuovere con maggiore efficacia la valorizzazione del territorio e il miglioramento dell’assetto urbano.  Altre ragioni che convinsero non solo Bruno ma anche altri componenti di primo piano del predetto Comitato, ad optare per un’associazione come la Pro Loco e di conseguenza sciogliere la vecchia organizzazione, risiedono nelle condizioni concesse alle pro loco di accedere più facilmente ai finanziamenti provenienti da enti pubblici locali, al regime agevolato di fatturazione riguardo alla SIAE e all’ENEL, alla possibilità di sottoscrivere convenzioni con enti privati, società di servizi, assicurazioni, ect.  al fine di ottenere prezzi ridotti per i soci.     I soci fondatori che concorsero alla stipulazione dell’atto costitutivo furono circa 20, tra i quali si segnala la presenza dell’ex parroco Don Giovanni Ciarrocchi, che solo da alcuni mesi aveva sostituito Don Nicola Jobbi alla guida della parrocchia di Cerqueto, ma  questo gruppo di soci aveva solo il compito di presiedere alla redazione e stipulazione dello statuto e regolamento dell’Associazione, perché dietro di loro vi era la quasi totalità della popolo cerquetano.      Purtroppo Bruno Misantoni, promotore e primo presidente dell’Associazione, già malato da tempo morì nella primavera del 1985 e la sua scomparsa fu un duro colpo per la comunità di Cerqueto, perché fin dalla comparsa del movimento di rinascita del paese per la valorizzazione delle risorse culturali e storiche dello stesso, innescato dall’arrivo a Cerqueto di Don Nicola Iobbi, si era occupato direttamente e con passione di tutte le attività culturali che avevano attraversato la vita di Cerqueto per circa un ventennio.      L’attività della Pro Loco però non si arrestò con la morte di Bruno, anche perché non è semplice far decadere un organismo associativo come la Pro Loco dopo pochi mesi dalla nascita e non lo è nemmeno adesso, perché in questo caso subentrano risvolti legali che implicano tempi lunghi per la sua  risoluzione.   I presidenti dell’Associazione seguiti a Bruno sono stati in ordine cronologico Vincenzo Pisciaroli, Luigi Misantoni, Luigi Di Matteo ed infine io, a partire dal 1993.      Le attività svolte dalla Pro Loco in circa 25 anni riguardano non solo quelle di natura prettamente culturale

ma toccano anche la promozione turistica, il miglioramento dell’arredo urbano, la viabilità, i servizi per la comunità ed anche il tema religioso.      Si segnalano in questa rubrica quelle più importanti e di maggior rilievo:  l’organizzazione e la promozione del Presepe Vivente, che da circa un quindicennio è stato denominato “Presepe Vivente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga”, l’organizzazione del Palio dei Rioni per circa 10 anni, quella della Festa Patronale per diversi anni e nel contesto di questa vanno ricordate manifestazioni  come la proiezione di cinema all’aperto e le rappresentazioni di teatro dialettale, la gestione e la promozione del museo Etnografico delle arti e Tradizioni Popolari,  la gestione del circolo, l’organizzazione della gara di mountain bike nel 1997, corsa valevole per il campionato regionale, diverse partecipazioni alla Vetrina del  Parco di Montorio ed a manifestazioni dimostrative di antichi mestieri, come la cardatura e filatura della lana e la lavorazione di derivati del latte,   l’organizzazione di 2 convegni denominati “Cerqueto: il Parco nel Parco”, nel 1997 e nel 2000, per la creazione a Cerqueto di alcune aree faunistiche e la realizzazione di strutture riconducibili alla presenza del Parco e al turismo verde.   Per quanto concerne la  progettazione e la realizzazione di opere materiali occorre ricordare il Monumento della Pace, opera ideata da Porfirio Cacciacarne la cui realizzazione è stata finanziata principalmente con i residui delle feste patronali organizzate negli anni ’90, la progettazione e il completamento della Fontana del Parco, la piantumazione di alberi autoctoni sulla strada di variante al paese e che prosegue fino al rione Colle, la costruzione dell’Edicola Mariana in loc. S. Giacomo, l’illuminazione policroma del piano santo, della torre campanaria e del monumento, il rifacimento del portale d’ingresso della Chiesa di S. Egidio Abate, il concorso con Parrocchia e Comune alla realizzazione della scalinata di ingresso della stessa chiesa,  la contribuzione finanziaria al restauro di affreschi nella citata chiesa di S. Egidio Abate (residui da organizzazione di feste patronali),  la sistemazione del tetto della chiesetta di S. Rocco, la costruzione di un gazebo nell’area del campo polivalente, l’elaborazione di progetti tra i quali il recupero ambientale dell’area antistante il Presepe Vivente, il recupero dell’ex scuola elementare finalizzato alla creazione di un dipartimento di ricerca sulla flora e fauna del Parco, la sistemazione e l’arredo del  museo Etnografico,  la riqualificazione scenografica del Presepe Vivente e della sentieristica dell’area di pertinenza, la predisposizione di uno studio d’insieme per valorizzare tutte le peculiarità  offerte dal territorio  con un occhio di riguardo alla cultura, alle tradizioni,  all’artigianato, ai monumenti, a scorci del centro storico, alle bellezze naturali.

  • Quali sono le attività che la Pro Loco oggi svolge, le iniziative che promuove?  Qual’é  il suo ruolo fondamentale?

Per quanto concerne la gestione ordinaria, attualmente la Pro Loco si occupa principalmente della conduzione del circolo, con tutte le attività ad esso connesse, della realizzazione del Presepe Vivente e del mantenimento del Museo Etnografico (struttura che in questo periodo si trova in fase di riallestimento, da considerarsi comunque provvisoria vista la ristrutturazione solo parziale dell’edificio destinato ad ospitarlo (realizzato solo il 1° lotto).     

In quest’ultimo periodo, della durata di circa un quinquennio, per motivi noti alla popolazione è venuta meno l’organizzazione della festa patronale e di conseguenza anche di quelle iniziative ad essa collegate, meglio ricordate nell’illustrazione sopra esposta relativamente all’attività storica della Pro Loco.    Ci sono poi da considerare tutte quelle attività per il miglioramento e la valorizzazione del territorio che necessitano della ricerca dei relativi fondi per essere attuate.

Il ruolo che deve svolgere la Pro Loco nella comunità è desumibile dal capitolo 3 dello statuto il quale recita, in sintesi, che la Pro Loco non ha scopo di lucro e può esercitare qualsiasi attività in campo turistico, culturale, ecologico, paesaggistico, naturalistico gastronomico, sociale e nell’ambito della solidarietà  e del volontariato.

Quali sono le maggiori difficoltà che la Pro Loco incontra nello svolgere le sue attività?

I problemi sono connessi con le difficoltà che caratterizzano il paese stesso,  che sono poi difficoltà perfino di sopravvivenza.  Il principale ostacolo per l’organizzazione di attività sociali e culturali proprie della Pro Loco è la mancanza di risorse umane oltre a quelle finanziarie.    Lo spopolamento del paese, che di anno in anno diviene sempre più forte, produce effetti su tutta la vita comunitaria e di riflesso sulle possibili iniziative della Pro Loco. Chi è originario di qui, ma risiede fuori e torna nei giorni di festa o nei periodi di vacanza, quelli fortunatamente più “popolati”, non si rende forse pienamente conto di quanto incida questo problema.

  • Qual è la tua posizione rispetto alla scarsa partecipazione alle attività della Pro Loco da parte dei cerquetani?

Se si considerano i residenti in pianta stabile a Cerqueto,   la partecipazione non è del tutto scarsa.  Alle riunioni partecipano in genere quasi tutti coloro che sono interessati e che in qualche modo possono contribuire.     Alcuni non partecipano alle riunioni semplicemente perché poco interessati alle attività che si svolgono.  Probabilmente c’è anche qualcuno che non viene perché si sente poco rappresentato dagli attuali amministratori dell’Associazione. Dal mio punto di vista sarebbe auspicabile che chiunque abbia qualcosa da dire o da rimproverare alla Pro Loco non si facesse scrupolo di dirlo apertamente. Esporre con chiarezza e con sincerità ciò che non piace o su cui non si è d’accordo, può sicuramente aiutare a migliorare le cose e a sentirsi tutti utili alla causa. Ciò che invece dispiace è che a volte prevale l’atteggiamento di tenersi per sé le critiche, o peggio ancora di parlarne dietro le spalle, senza proporre alcuna alternativa fattiva. Ogni critica va apertamente espressa, però, con la consapevolezza che deve essere costruttiva e, soprattutto, associata con l’impegno personale di dedicare parte del tempo a disposizione per il miglioramento del paese.      C’è poi da evidenziare che la poca partecipazione agli eventi

organizzati dalla Pro Loco da parte dei cerquetani non è purtroppo un fenomeno nuovo manifestatosi in questi ultimi tempi, ma è

sempre esistito, fin da quando la Pro Loco è nata.    Anche negli ultimi anni di attività del vecchio Comitato cominciava già a delinearsi una partecipazione sempre più ridotta dei cittadini alle attività sociali.   A proposito di quanto asserisco, ricordo che Don Nicola, verso la fine degli anni ’70 e nei primi anni ’80, non sempre aveva a disposizione le necessarie maestranze per l’allestimento dello scenario del Presepe: spesso ricorreva a ditte locali per i lavori di grossa carpenteria.   Ma tengo a precisare che questo fenomeno è comune a tutte le pro loco ed anche ad associazioni dello stesso genere.   In qualità di presidente della Pro Loco di Cerqueto faccio parte da circa quindici anni, a vario titolo,  sia del Comitato Provinciale che di quello Regionale delle Pro Loco e posso testimoniare che sia nelle sedute del consiglio direttivo che in quelle dell’assemblea dei soci, provinciale o regionale che sia, si raggiunge a fatica il numero minimo dei presenti perché la seduta possa essere considerata valida, nonostante in Provincia di Teramo siano operanti oltre novanta pro loco e in tutto Abruzzo circa 300.   Comunque sia, solo il fatto che oggi se ne parli  è sicuramente un bene perché almeno si esce dall’apatia che ha contraddistinto gli anni precedenti.

  • Ci sono problemi di decisioni e di condivisione nonostante il basso numero di soci?

Attualmente sono iscritti all’Associazione 89 soci, che non sono pochi per un piccolo paese come Cerqueto, tenuto anche conto della scarsa adesione di paesani che risiedono altrove, soprattutto a Roma; quest’ultimo aspetto è scaturito dalla propensione mostrata fin d’ora dagli amministratori della Pro loco di ricercare le adesioni solo di cittadini non residenti che tornano spesso a Cerqueto. Ma ricercare il maggior numero di adesioni tra i paesani non residenti sarà senza dubbio una di quelle azioni che intraprenderà la Pro Loco nei prossimi anni, non solo per accrescere il numero dei soci ma anche per rinnovare e modificare gli organi collegiali dell’Associazione.    Divergenze particolari sulle scelte operate dal consiglio direttivo e dall’assemblea del soci per adesso non sono state riscontrate, se non in sporadici casi e credo che non ce ne saranno nemmeno con un numero di soci nettamente maggiore; anzi, un maggior numero di soci consentirà di raggiungere più facilmente il numero legale nelle riunioni dell’assemblea dei soci.

  • L’accesso ai finanziamenti pubblici è più agevolato per le Proloco rispetto alle altre associazioni?

Quasi tutte le associazioni senza scopo di lucro, rispetto a quelle che non sono soggette a questo vincolo,  hanno un accesso agevolato ai finanziamenti pubblici ma occorre evidenziare che questo tipo di finanziamento, causa i bilanci sempre più in rosso degli enti locali, si sono ridotti negli ultimi anni in modo consistente.    In questo contesto si dovrà fare ricorso sempre più alle sponsorizzazioni ed a contributi provenienti da organismi non pubblici, tipo le banche.

  • Non si possono adottare delle misure condivise in modo chiaro, almeno per quanto riguarda le regole da seguire per prendere qualsiasi decisione? Non sarebbe auspicabile uno sforzo collettivo per far si che si arrivi ad una posizione univoca nell’affrontare le diverse problematiche e di conseguenza diventare più forti pur nel rispetto delle diverse opinioni? Quali sono i progetti in futuro in questo senso?

Le regole per prendere le decisioni sono dettate in modo chiaro ed inequivocabile dallo statuto, che  è sempre stato e dovrà sempre essere rispettato.   Derogare dal complesso di norme e regole previste dallo statuto è una strada non percorribile.  In tutte le questioni che per loro stessa natura si prestano a diverse interpretazioni è nell’ordine naturale delle cose che non si possa arrivare ad una posizione univoca e condivisa. Per questo si decide a maggioranza. E’ altrettanto vero però che si deve ricercare con il massimo impegno  una posizione condivisa da tutti e, dove questo non è non conseguibile, arrivare almeno ad una maggioranza qualificata.  E’ altrettanto importante ascoltare e valutare le posizioni di tutti.

  • C’è qualcosa che ti devi  rimproverare?

Si certo.  Primo tra tutti la comunicazione.   Ad esempio non riuscire a coinvolgere più gente, non diffondere con più chiarezza e continuità quali sono le iniziative che di volta in volta l’Associazione intraprende, non riuscire a far arrivare a tutti i soci le date e gli argomenti delle riunioni. C’è da dire però che,  per questioni di bilancio,  inviare lettere via posta ordinaria  non è sempre possibile. Per questo abbiamo intenzione di richiedere l’indirizzo di posta elettronica a chi ne è in possesso per facilitare l’informazione puntuale di tutte le riunioni e di tutte le iniziative.

  • Quanto è importante la promozione della Fondazione Jobbi per Cerqueto?

La Fondazione, così come la si è prospettata in quest’ultima fase, può sicuramente divenire un’opportunità di sviluppo e di evoluzione culturale. Dobbiamo ancora perfezionarne la struttura, ma le prospettive per Cerqueto che la Fondazione potrebbe aprire sono molteplici. Questo concetto lo abbiamo del resto ribadito anche nel documento emerso dall’ultimo direttivo della Pro Loco. Proprio quando, da febbraio, si è cominciato a discutere della fondazione e quindi di una cosa nuova e concreta, si è aperta una nuova fase nel rapporto con i nostri interlocutori interessati al progetto. Una certa conflittualità iniziale ha lasciato il posto ad un clima più collaborativo.  Il difficile momento dell’economia certo non ci aiuta, ma resta comunque un’opportunità da sostenere.

  • Quali principali motivi  hanno generato incomprensioni  riguardo la nascente Fondazione?

Le incomprensioni sono nate al primo momento, cioè circa tre anni fa e si sono prolungate fino a quando poi le posizioni, fino ad allora discordanti, hanno trovato dei punti di comune accordo. Su questi punti speriamo si possa fondare un percorso utile e produttivo per tutti. La nostra iniziale freddezza derivava comunque da motivi ben precisi. Non è vero, come spesso si sente, che fino ad ora non s’era fatto niente. Sono anni che si cerca di riqualificare il Museo Etnografico per accrescere il patrimonio culturale del paese e trarne i possibili benefici a favore esclusivo della comunità e, negli ultimi tempi, grazie anche alla maggiore sensibilità di questa amministrazione comunale rispetto alle precedenti, si sono trovate nuove opportunità.        Tre anni fa fu ottenuta una prima tranche di fondi per ristrutturare l’ex scuola elementare dove si era pensato di spostare il museo. Subito dopo si diede il via ad una progettazione preliminare riguardante la sistemazione dell’area esterna e l’allestimento interno degli oggetti. Tale progettazione fu pensata senza alcuna pretesa di essere definitiva, ma come base di partenza per ulteriori sviluppi. E’ stato in questo frangente che pensammo di allargare verso l’esterno l’interesse per il museo e di farci accompagnare nelle attività da esperti del settore.     Su indicazione di Don Nicola ci rivolgemmo, tra gli altri, anche  a Gianfranco Spitilli, che comunque conoscevamo già,  essendo stato più volte a Cerqueto.   Sono stati alcuni progetti da lui presentati che prevedevano l’ingresso di associazioni e persone che noi neppure conoscevamo ad aver determinato alcune incomprensioni. Questo magari può essere avvenuto anche suo malgrado, non avendo compreso bene le dinamiche del nostro paese.   Cerqueto, come altri paesi di montagna, ha sì gravi problemi di spopolamento, però ha ancora forte vitalità e personalità ben definite.  Per noi il ruolo della comunità cerquetana deve rimanere centrale e quindicome tale, essere protagonista del potenziamento e non solo custode diun patrimonio.     Ora, dopo diversi incontri e discussioni, mi sembra che si sia compreso quali erano le nostre

perplessità ed adesso si è aperta una nuova fase, molto più collaborativa, e speriamo fruttuosa. Resta da precisare che per noi la comunità è viva e mantiene la propria identità quando, pur nella consapevolezza dei propri limiti, riesce a guidare il suo auspicabile sviluppo e nel contempo a riconoscere con orgoglio se stessa ed il proprio impegno negli eventuali risultati positivi che raggiungerà.

  • Il  movimento di Cerqueto, così come in molti altri paesi, rappresenta volumi estremamente limitati, a causa di carenze oggettive,  come l’isolamento, lo spopolamento.  Esiste allora una via per lo sviluppo di questo paese?

Tutte le iniziative di carattere culturale che hanno contraddistinto Cerqueto a partire dagli anni ’60 e fino ai nostri giorni, possono essere considerate solo attività integrative, direi di complemento, a progetti e programmi per l’incremento del turismo nella ns. località.      Alcuni di questi progetti sono stati anche realizzati ma non sono durati nel tempo, altri sono rimasti solo delle proposte o idee senza avere uno sviluppo ulteriore, altri ancora sono attualmente solo opere la cui realizzazione appare francamente poco probabile.      Basterebbe, a tal proposito, prendere in esame la vicenda della strada carrabile per Pietracamela, un’opera a cui tutti i cerquetani, da oltre quarant’anni, guardano con interesse e che è stata anche sostenuta da diversi amministratori comunali di Cerqueto, ma per contrattempi, vicissitudini varie ed anche ostracismo a diversi livelli istituzionali rimane ancora una chimera.    Parliamo di una strada che avrebbe contribuito in modo sostanziale, già a partire dagli anni settanta ed ottanta, a cambiare volto al paese e con questo non mi riferisco solo ad un incremento del turismo per tutto il corso dell’anno ma anche ad una profonda sterzata verso una sistemazione più organica ed oculata del patrimonio edilizio del paese.       Anche quelle poche strutture che erano state create per migliorare l’accoglienza turistica del paese, nella prospettiva di una successiva realizzazione della predetta strada, sono state quasi tutte perse.     D’altra parte, è ben noto a tutti che un impulso forte allo sviluppo di una località, paese o città che sia, può darlo in modo determinante il potenziamento delle vie di connessione stradale.  Cerqueto, in questo senso, è rimasto praticamente al palo.

  • E’ cresciuta l’attenzione per il turismo orientato verso beni culturali minori e feste locali che esprimono le tradizioni,  la cultura e la tipicità di un territorio.  Cerqueto perché non si propone in questo senso?

E’ proprio quello che si sta cercando di fare. Il paese possiede molteplici peculiarità che, se opportunamente sostenute ed orientate,  potrebbero innescare un positivo processo di rilancio turistico e culturale. Basti pensare alla bellezza naturale dei luoghi, alle tradizioni gelosamente conservate come il rito “delle reliquie” o la rappresentazione quarantennale del Presepe Vivente, al suddetto Museo Etnografico e più in generale alla cultura del recupero delle proprie radici innescata da Don Nicola. Ci sono poi le bellezze di alcune antiche e particolari costruzioni, la specificità del rione Castello, la tradizione dei canti popolari ancora oggi esistente e a cui si è interessato anche Roberto Leydi, il più importante etnomusicologo italiano. L’unico CD audio allegato alla collana DAT “Documenti dell’Abruzzo Teramano”, la prestigiosa iniziativa editoriale della Cassa di Risparmio di Teramo, contiene canti registrati per lo più a Cerqueto. Le difficoltà, ripeto, sono legate al numero paurosamente ridotto dei residenti. Ma non abbiamo altra alternativa che quella di cercare di mettere a frutto queste nostre specificità.

  • Il Presepe Vivente è il fiore all’occhiello del paese.  Nonostante il suo 44° compleanno è sempre una sfida, quali sono le problematiche ad esso connesse?

Come esposto in precedenza, i problemi sono essenzialmente due: uno di carattere finanziario l’altro di carattere organizzativo. Per far fronte alla mancanza di fondi, visto che sono sempre di meno i contributi e le compartecipazioni di enti pubblici, già a partire da quest’anno ci siamo orientati verso la sponsorizzazione offerta da aziende del nostro territorio. L’altra nota dolente è rappresentata dalla scarsa partecipazione dei paesani a tutte quelle attività che la complessità della manifestazione richiede, prima tra queste l’allestimento dello scenario, un’attività che implica uno sforzo sempre maggiore perché costantemente vengono apportate migliorie ed innovazioni alla manifestazione.  Purtroppo è anche giusto rilevare che siamo in molti ad avere poco tempo da dedicare alla manifestazione a causa degli impegni personali di ognuno. In molti paesani si nota però anche disinteresse.  Qualche volta, nei giorni prima del Natale, siamo in pochi a lavorare e spesso solo negli ultimi giorni o meglio nelle ultime ore  si nota una partecipazione più consistente.    Eppure negli ultimi anni la manifestazione ha ricevuto molti  attestati di ammirazione. Se nei due anni precedenti non fossimo stati costretti a rinviarla per il maltempo, sarebbe venuta davvero molta gente a giudicare dalle chiamate per le informazioni e dal numero di pullman prenotati.

  • Come è stato preparato lo spettacolo?

Anche quest’anno abbiamo affidato ad un noto artista della ns. Regione, il pittore aquilano  Augusto Pelliccione, la realizzazione di un dipinto sulla Natività, che è stato poi trasferito sul manifesto per pubblicizzare la manifestazione ed anche sul resto del materiale pubblicitario prodotto per questa edizione.      La preparazione di base dello spettacolo rimane sostanzialmente la stessa, ormai da diversi anni, almeno per quanto riguarda la scenografia, fatta eccezione per alcune aggiunte o migliorie che vengono costantemente apportate nel corso degli anni, mentre l’installazione e la regolazione dell’impianto elettrico, che da 5 anni è stato completamente rivoluzionato, in questa edizione ha richiesto uno sforzo supplementare per l’utilizzo di alcune apparecchiature che hanno reso più suggestivo lo spettacolo. La sezione relativa all’accoglienza del pubblico ci trova ogni anno in forte difficoltà per la ridotta disponibilità di risorse umane, considerato che queste sono già insufficienti per la preparazione complessiva dello spettacolo.  Negli ultimi anni ci siamo trovati nella necessità di chiedere la collaborazione dell’Associazione Culturale “I Grignetti” di Fano Adriano per la distribuzione di cibi caldi e bevande; approfitto di questa occasione per ringraziarli pubblicamente.

  • Sei soddisfatto della riuscita dello spettacolo?

Se prendiamo in esame gli ultimi 2 anni e consideriamo le condizioni meteorologiche presenti fino  all’inizio del Presepe, ma soprattutto le condizioni meteo che hanno caratterizzato la giornata del 26 dicembre in Provincia di Teramo e nella ns. Regione, possiamo affermare senza dubbio che è lecito accontentarsi dello svolgimento della manifestazione.      E’ opportuno ricordare che data la presenza di pioggia avevamo deciso di non impiegare alcune apparecchiature sensibili alle precipitazioni ed avremmo quindi assistito ad una rappresentazione in parte simile a quelle di alcune decine di anni fa.    Poi, visto un sensibile rallentamento della pioggia a pochi minuti dall’inizio,

abbiamo optato per la versione integrale della manifestazione e la scelta può definirsi senza dubbio oculata data l’assenza di precipitazioni per il resto della serata. Purtroppo si sono verificati dei lievi problemi tecnici dovuti alle rapide modifiche apportate all’impianto elettrico prima dell’inizio, avendo deciso di rappresentare la versione standard del Presepe e nel contempo si sono verificati dei  leggeri contrattempi in alcune scene.      La principale novità di quest’anno è consistita nell’aver realizzato un “ponte di luce” di oltre due  chilometri tra Cerqueto e Poggio Umbricchio, nella scena dell’arrivo della cometa, cioè quella finale.  Le condizioni particolari che si sono verificate nella suddetta scena, la luminosità della stella cometa, il fumo prodotto dalla stessa che si diffondeva nell’area dello scenario e nel contempo si diradava e il raggio di luce tra la cascata e Poggio Umbricchio che a volte penetrava la cortina fumogena e a volta vi scompariva dentro, hanno indotto gli spettatori ad esternare la loro meraviglia con un lunghissimo applauso.   L’esecuzione di questa scena è stata assicurata dall’intervento offerto dalla Pro Loco di Poggio Umbricchio, che voglio ringraziare sentitamente per l’impegno mostrato in questa occasione; tale aspetto ha pure una valenza simbolica e sociale e stabilisce un collegamento ideale tra due paesi di montagna che subiscono il triste fenomeno dello spopolamento. Infine, colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno prestato il loro lavoro per realizzare in modo degno la manifestazione.  In conclusione, si può affermare che lo spettacolo offerto può essere tutto sommato considerato accettabile.

Adina Di Cesare

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